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In evidenza
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Il valore di mercato del patrimonio
investito dalla Cassa del Notariato ha superato, al 10 settembre
scorso, i 2 miliardi e "la quota allocata nel sistema Italia è
pari a circa il 52%, comprendendo sia strumenti liquidi (Btp,
obbligazioni, certificati assicurativi, fondi gestiti da Sgr
nazionali, depositi bancari), sia illiquidi", ossia "fondi di
private equity, fondi immobiliari e immobili", tutti situati
nella Penisola. È quel che si legge nella memoria che l'Ente
pensionistico privato dei notai ha inviato alla Commissione
parlamentare per il controllo delle gestioni previdenziali, in
vista dell'audizione che sta svolgendo questa mattina il
presidente Vincenzo Pappa Monteforte.
Inoltre, viene specificato, la Cassa ha inserito di recente in
portafoglio fondi inseriti a pieno titolo nei filoni della
"transizione energetica e sostenibilità ambientale,
dell'innovazione tecnologica" e riguardanti l'andamento
demografico.
Per ciò che concerne, invece, il "mattone", l'Ente di previdenza
fa sapere che, "dal 2019 ad oggi sono state disinvestite
complessivamente 32 unità immobiliari e due stabili sono stati
conferiti a fondi dedicati", mentre il Cda ha stabilito di voler
attuare "la dismissione di 72 unità attualmente locate ai
Consigli notarili distrettuali quale Sede di rappresentanza per
un valore complessivo vicino ai 36 milioni (ad oggi ne sono
state alienate 9)", si legge nel documento sottoposto
all'attenzione della Bicamerale presieduta dal deputato della
Lega Alberto Bagnai. Quanto, infine, alla morosità degli edifici
detenuti dalla Cassa del Notariato, si evidenzia che la
questione "è oggetto di attenta analisi, sia durante la vita del
contratto, sia nella fase preventiva di valutazione del
potenziale" locatario. E, recita il testo, "l'indice di morosità
negli ultimi anni è sempre stato molto contenuto e in
diminuzione (nel 2023 è stato pari all'1,74%), con l'eccezione
del 2020, quando si è registrato un incremento per eventi
straordinari dovuti alla pandemia".
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