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Casa: Bankitalia, prezzi stabili ma si guarda a rialzi

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Casa: Bankitalia, prezzi stabili ma si guarda a rialzi

Pandemia spinge spazi aperti e mercato extraurbano

ROMA, 10 agosto 2021, 12:02

Redazione ANSA

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I prezzi delle case rimangono stabili ma aumentano i segnali di pressioni al rialzo. E' quanto emerge dall'ultimo sondaggio sul mercato delle abitazioni di Bankitalia condotto presso 1.192 agenti immobiliari dal 21 giugno al 26 luglio 2021. Scende così lievemente lo sconto medio richiesto e i giudizi sulla domanda migliorano soprattutto nelle aree non urbane, mentre l'andamento dei nuovi incarichi a vendere è rimasto ovunque negativo.
    Le attese sul proprio mercato di riferimento sono rimaste stabili mentre sono migliorate quelle sull'evoluzione del mercato nazionale, specialmente su un orizzonte biennale. Si è consolidata la percezione degli agenti che, nell'arco dei prossimi tre anni, stimano che la domanda dei potenziali acquirenti si indirizzerà verso le abitazioni indipendenti e quelle con spazi esterni più che nel periodo precedente la pandemia. A tali sviluppi contribuirebbe la possibilità di ricorrere al lavoro a distanza, specialmente nelle aree metropolitane. In particolare il 67,5 per cento degli agenti intervistati ha segnalato una sostanziale stabilità dei prezzi di vendita nel secondo trimestre del 2021, una quota superiore a quella della precedente rilevazione; la percentuale di operatori che ravvisano un calo delle quotazioni è nettamente diminuita, assestandosi su valori storicamente bassi (17,9 per cento, da 27,1 nell'indagine precedente). È invece salita al 14,6 per cento quella di chi giudica i prezzi in aumento.
    Per oltre la metà degli agenti le cause prevalenti di cessazione dell'incarico a vendere restano le proposte di acquisto ritenute troppo basse dai venditori (in diminuzione al 53,2 per cento, da 59,8) e i prezzi giudicati troppo elevati dai compratori (50,9 per cento da 47,9). Per il 23,2 per cento degli operatori la causa principale dell'estinzione dell'incarico è invece la difficoltà nel reperimento del mutuo (da 24,6 nella scorsa indagine, segnando così la terza riduzione consecutiva).
   
   

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