I prezzi delle case rimangono stabili
ma aumentano i segnali di pressioni al rialzo. E' quanto emerge
dall'ultimo sondaggio sul mercato delle abitazioni di
Bankitalia condotto presso 1.192 agenti immobiliari dal 21
giugno al 26 luglio 2021. Scende così lievemente lo sconto medio
richiesto e i giudizi sulla domanda migliorano soprattutto
nelle aree non urbane, mentre l'andamento dei nuovi incarichi a
vendere è rimasto ovunque negativo.
Le attese sul proprio mercato di riferimento sono rimaste
stabili mentre sono migliorate quelle sull'evoluzione del
mercato nazionale, specialmente su un orizzonte biennale. Si è
consolidata la percezione degli agenti che, nell'arco dei
prossimi tre anni, stimano che la domanda dei potenziali
acquirenti si indirizzerà verso le abitazioni indipendenti e
quelle con spazi esterni più che nel periodo precedente la
pandemia. A tali sviluppi contribuirebbe la possibilità di
ricorrere al lavoro a distanza, specialmente nelle aree
metropolitane. In particolare il 67,5 per cento degli agenti
intervistati ha segnalato una sostanziale stabilità dei prezzi
di vendita nel secondo trimestre del 2021, una quota superiore a
quella della precedente rilevazione; la percentuale di operatori
che ravvisano un calo delle quotazioni è nettamente diminuita,
assestandosi su valori storicamente bassi (17,9 per cento, da
27,1 nell'indagine precedente). È invece salita al 14,6 per
cento quella di chi giudica i prezzi in aumento.
Per oltre la metà degli agenti le cause prevalenti di
cessazione dell'incarico a vendere restano le proposte di
acquisto ritenute troppo basse dai venditori (in diminuzione al
53,2 per cento, da 59,8) e i prezzi giudicati troppo elevati dai
compratori (50,9 per cento da 47,9). Per il 23,2 per cento degli
operatori la causa principale dell'estinzione dell'incarico è
invece la difficoltà nel reperimento del mutuo (da 24,6 nella
scorsa indagine, segnando così la terza riduzione consecutiva).
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