"Non fa piacere vedere il proprio
Paese condannato, per inadempienza rispetto agli obblighi
comunitari che impongono il pagamento dei propri debiti
commerciali entro massimo 60 giorni, ma era inevitabile". E' il
commento del Presidente Ance, Gabriele Buia, sulla sentenza
della Corte Ue. "Nonostante qualche miglioramento, dovuto agli
effetti della Direttiva del 2011 che ha imposto termini
perentori per i pagamenti delle P.a., infatti - evidenzia l'Ance
- i ritardi medi nel settore delle costruzioni superano ancora i
4 mesi e mezzo, per un totale di 6 miliardi di arretrati a danno
delle imprese.
"Una situazione inaccettabile soprattutto a fronte della
grave crisi che ha investito in questi anni il settore e che
ancora comporta una forte restrizione di liquidità a danno delle
imprese e quindi dell'intera economia", sottolinea Buia. "Per
questo come Ance siamo stati i primi a denunciare in sede
europea questo malcostume italiano e a chiedere un intervento
concreto per evitare di far pagare alle imprese e ai cittadini
il costo di una crisi tutta finanziaria che è stata poi
scaricata sull'economia reale". "Qualche segnale c'è stato e i
tempi di ritardo si sono ridotti della metà - aggiunge - ma si
tratta ancora di attese inaccettabili per imprese che spesso
devono lottare per la sopravvivenza".
A questo punto, conclude Buia, "attendiamo una reazione
immediata delle autorità italiane, anche sul tema del subappalto
già all'attenzione dell'Ue, per evitare che oltre al danno ci
sia pure la beffa di dover pagare una sanzione all'Europa".
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