Secondo Ponti è che "spendere di più
non vuol dire creare più ricchezza". "Valutare dovrebbe essere
un imperativo. Non farlo può avere conseguente assai pesanti
come evidenziato da alcune delle analisi redatte nel corso
dell'ultimo anno dal Ministero delle Infrastrutture".Per Ponti
se si sommano i tre maggiori progetti ferroviari esaminati, la
Tav, il Terzo Valico e la nuova linea AV tra Brescia e Padova,
la perdita supera i 10 miliardi e negli scorsi 50 anni la spesa
per le ferrovie è stata stimata nell'ordine di 350 miliardi.
"Nessuno nega l'importanza delle infrastrutture e l'impatto
sulla crescita - ha detto Marattin - ma non bisogna neanche
mitizzare troppo. Ad esempio, la Brescia-Bergamo-Milano andrebbe
verificata. Insomma, mi schiero contro chi dice che l'unica
ricetta buona è quella di chi dice che serve più spesa
pubblica".
"Le analisi del passato - ha aggiunto Carabetta - erano come
chiedere all'oste se il vino è buono. Le analisi - insiste
parlando della Tav - andrebbero fatte prima e questo non è stato
fatto per i 133 miliardi di prossime opere".
"Abbiamo un problema - ha sottolineato Grandi - un'emergenza
climatica che non si può più ignorare. Ma soprattutto per le
opere pubbliche c'è un errore all'origine: la mancanza di
pianificazione e investimenti di cifre abnormi in infrastrutture
calate dall'alto.
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