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Confindustria, dazi distorsivi, effetti profondi su Italia (2)

Confindustria, dazi distorsivi, effetti profondi su Italia (2)

ROMA, 13 febbraio 2025, 12:22

Redazione ANSA

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Gli investimenti diretti dell'Italia verso gli Stati Uniti - spiega il Csc - ammontano a quasi 5 miliardi all'anno, il 27% del totale (media 2022-2023); 1,5 miliardi annui, invece, i flussi dagli Usa in Italia. Il deflusso netto di capitali è un segnale di dinamicità delle multinazionali italiane (anche grazie agli incentivi Usa), ma anche di limitata attrattività del mercato italiano per i capitali americani. Le multinazionali americane sul territorio italiano, comunque, sono le prime per numero di occupati (più di 350mila nel 2022), contribuendo per più di un quinto al valore aggiunto nazionale e alla spesa in ricerca e sviluppo.
    Il Csc sottolinea che "quasi tutti i settori manifatturieri italiani godono di un surplus commerciale con gli Stati Uniti".
    Macchinari e impianti sono il primo settore esportatore mentre la farmaceutica è il primo settore importatore, nonostante un surplus pari quasi al doppio del valore. Altri settori che hanno un importante surplus sono gli autoveicoli e altri mezzi di trasporto e gli alimentari.
    "L'export italiano - si legge - è più esposto della media Ue al mercato Usa: 22,2% delle vendite italiane extra-Ue, rispetto al 19,7% di quelle Ue. Tra i settori maggiormente esposti spiccano le bevande (39%), gli autoveicoli e gli altri mezzi di trasporto (30,7% e 34,0%, rispettivamente) e la farmaceutica (30,7%).
    Viceversa, l'import italiano è meno dipendente della media Ue dalle forniture Usa: 9,9% rispetto a 13,8% degli acquisti extra-Ue. I comparti più dipendenti sono il farmaceutico (38,6%) e le bevande (38,3%), che lo sono anche dal lato dell'export.
    Ciò evidenzia "la profonda integrazione di queste filiere produttive e il loro elevato rischio in caso di dazi e ritorsioni".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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