"Quattro anni complessi, pieni di
sfide: la pandemia, i conflitti, la crisi energetica. Mi sono
sentito orgoglioso della risposta che siamo stati in grado di
dare: insieme, imprenditori e lavoratori, abbiamo fatto
ripartire l'Italia". Riccardo Di Stefano ha riunito a Palermo
l'Assise dei Giovani Imprenditori di Confindustria: di fatto
chiude così, con un momento di ampio confronto, il suo mandato
da presidente degli industriali under 40 di via dell'Astronomia.
Il 29 novembre verrà eletto il nuovo presidente. Ripercorre
questa esperienza - in una intervista all'ANSA - guardando anche
avanti. Di Stefano resterà nel board 'senior' di Confindustria
come delegato all'education e all'open innovation. Temi molto
seguiti dalla platea dei Giovani e che quindi conosce bene: "La
formazione, le competenze che si trovano con difficoltà, è un
tema di frontiera per gli imprenditori, una sfida ambiziosa.
L'open innovation è altrettanto strategica: abbiamo la necessità
di aumentare il contributo dell'innovazione dal basso, quello
delle start-up, per rendere più competitivo il nostro sistema
produttivo. Sono grandi sfide a cui dedicherò il massimo del mio
impegno".
L'appuntamento di Palermo è anche l'occasione per sondare
prospettive, attese, preoccupazioni dei giovani industriali: ne
emerge - rileva Di Stefano - "un clima di proiezione verso il
futuro: non mancano le sfide né le opportunità, prevale la forza
di affrontarle queste sfide e la consapevolezza del valore delle
nostre imprese. Prevale l'ottimismo".
Nel bilancio di questi quattro anni ci sono "le battaglie e i
posizionamenti politici e sociali che passano dai nostri due
grandi convegni nazionali", i tradizionali appuntamenti dei
Giovani di Confindustria a Capri ed a Rapallo, attesi momenti di
confronto con il Governo e con i leader politici: "Ci siamo
occupati delle grandi riforme di cui ha bisogno l'Italia per
restare competitiva, di sostenibilità e doppia transizione, di
energia, di come creare un ambiente favorevole alla nascita di
nuove imprese giovani. Mi piace ricordare la battaglia sul
nucleare, di cui siamo stati precursori. E la difesa strenua
delle nostre libertà, dei valori e del nostro modo di vivere che
passa anche dal sostegno alla resistenza dell'Ucraina. La nostra
visione lucida e solida sulle riforme istituzionali ed
economiche che servono all'Europa per tornare a correre, che
abbiamo con piacere ritrovato anche nel Rapporto Draghi".
L'impegno è anche dietro le quinte: "Abbiamo valorizzato
l'anima profondamente sociale del movimento dei Giovani
Imprenditori. Sono molto soddisfatto di tanti progetti portati
avanti: per l'innovazione, con gli incontri tra startup e
scaleup con imprese mature; sul tema cruciale del passaggio
generazionale, anche collaborando ad un libro e ad incontri in
tutt'Italia insieme alla Luiss Business School: hanno
partecipato oltre mille imprenditori. Ed Altascuola, che ha
formato 120 imprenditori. L'internazionalizzazione, con la G20
Young Entrepreneurs' Alliance e con YES for Europe; abbiamo
anche accompagnato circa 90 nostri associati in India, Brasile e
Germania per attività di networking e B2B. L'impegno sulla
finanza alternativa che ha portato alla nascita dei 'basket bond
giovani'. Una grande battaglia per la leadership e l'occupazione
femminile".
Quattro anni anche di una esperienza personale intensa. Il
momento più difficile: "L'incertezza assoluta nell'emergenza
pandemia, l'enorme responsabilità di affrontarla rappresentando
i giovani imprenditori". Il momento più bello? "Sarà il giorno
in cui lascerò la presidenza, per quello che abbiamo costruito
in questi anni, per la soddisfazione di aver aver dato un
contributo e di lasciare un gruppo dei Giovani che è più vitale
che mai. Qui non ti senti mai solo, ha un valore inestimabile".
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