"Nel nostro Paese il 20% (la media
OCSE è al 14%) dei giovani fra i 25 e i 34 anni non completa il
ciclo di istruzione secondaria di secondo grado. Ciò comporta
grosse conseguenze sull'occupazione in questa fascia d'età;
infatti, solo il 57% dei 25-34enni senza diploma di maturità
trova lavoro, a fronte del 69% dei diplomati. Inoltre, il 27%
della popolazione fra i 25 e i 64 anni non diplomata guadagna la
metà o meno del reddito medio". A rilevarlo è la Flc Cgil sul
rapporto Ocse Education at a Glance 2024 la quale ricorda che
come da anni chiede rispetto ai bisogni formativi dei giovani
"sarebbe essenziale elevare l'obbligo di istruzione almeno a 18
anni".
"Invece, a fronte della necessità di innalzare la qualità e la
durata dell'istruzione almeno al diploma di scuola secondaria di
secondo grado, il ministro Valditara si fregia di una riforma,
la filiera tecnologico-professionale, che prevede - osserva il
sindacato - l'abbassamento del percorso secondario a quattro
anni e la sostanziale equiparazione tra scuola e addestramento
(apprendistato, formazione professionale) per accedere agli ITS.
Per di più il rapporto conferma la triste profezia di uno scarso
numero di laureati e diplomati tra gli studenti e le studentesse
che appartengono a nuclei familiari di non laureati o non
diplomati. Infatti, in Italia, mentre il 37% dei figli di
genitori non diplomati non si diploma anch'esso, ben il 69% dei
figli con almeno un genitore laureato consegue la laurea. La
scarsa attenzione alla qualità della scuola, da anni privata
delle ore di laboratorio, di compresenze e di personale docente
e ATA, viene assolutamente confermata dal rapporto. Secondo
l'OCSE, l'Italia è sotto la media per quanto riguarda la spesa
pubblica per l'istruzione (4% del Pil rispetto al 4,9% dei Paesi
OCSE) ma anche per il rapporto studenti-insegnanti, fissato a 11
a 1 per la scuola primaria e di 10 a 1 per l'istruzione di
secondo grado.
La politica dei tagli è rappresentata anche dai ridotti numeri
di assunzioni che arrivano dopo molti anni di precariato, tanto
che l'anagrafica dei docenti italiani è sensibilmente più alta
rispetto a quella degli altri membri OCSE: il 53% del corpo
docente infatti ha più di 50 anni, contro il 37% nella media
dell'area OCSE.
Così, mentre i Paesi OCSE sono impegnati ad innalzare la
percentuale di istruzione della popolazione, il ministro
Valditara si affanna a ideare riforme come i quadriennali della
Filiera tecnologico-professionale o come il Liceo del made in
Italy, che aumentano le ore di alternanza scuola-lavoro e
diminuiscono la formazione generale per accelerare un rapido
affaccio al mondo del lavoro che, alla fine, danneggia il
reddito e il futuro dei giovani e impoverisce il tessuto
produttivo del Paese", conclude il sindacato.
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