La proroga fino al 2027 delle
concessioni balneari decisa dal governo è "un punto fermo,
certo, ma che non giova sicuramente né agli operatori né agli
enti territoriali, che hanno un ruolo determinante nella
definizione dei bandi e che si ritrovano attualmente senza linee
guida".
Lo afferma in una nota Franco Zane, presidente del
neocostituito Gruppo di Mestiere Imprese Demaniali di
Confartigianato Imprese Veneto.
"Innanzitutto - precisa Zane - nel testo del decreto si fa
genericamente riferimento 'all'eventuale numero massimo di lotti
che possono essere aggiudicati al medesimo offerente' lasciando
spazio a non pochi dubbi sul rischio di concentrazioni, mettendo
in discussione la sopravvivenza delle micro e piccole imprese
che hanno, peraltro, un richiamo di attenzione nel testo".
Tra le altre perplessità gli indennizzi, il cui calcolo
riguarderebbe solamente il valore dei beni ammortizzabili e non
ancora ammortizzati. Per Zane inoltre "sembrano essere scomparsi
dal testo sia il diritto di prelazione per il concessionario
uscente che il riconoscimento del valore aziendale, elemento
importante per l'impresa in generale ma a maggior ragione per il
settore balneare, dove è esercitata un'attività d'impresa
privata, anche se su suolo pubblico, spesso a gestione
familiare, che vive nel territorio e che ha negli anni
contribuito alla coesione ed allo sviluppo delle comunità
locali. A nostro avviso questi aspetti non vanno trascurati a
tutela di chi ha investito, lavorato e contribuito a rendere un
territorio più attrattivo. Attraverso l'azione di
Confartigianato Imprese - conclude - vigileremo affinché, nella
fase di conversione parlamentare, si possa intervenire emendando
il testo con la riproposizione di questi strumenti di
salvaguardia, fondamentali per gli operatori".
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