I produttori cinesi di e-car hanno
esortato Pechino ad adottare le "misure più severe" possibili,
inclusi i dazi alle importazioni del 25% sulle auto Ue di grande
cilindrata, in risposta ai dazi fino al 48,1% annunciati da
Bruxelles sui veicoli elettrici made in China.
Le aziende hanno avanzato la richiesta in un incontro a porte
chiuse avuto martedì al ministero del Commercio di Pechino, a
cui hanno partecipato quattro produttori di auto cinesi e sei
europei, nonché organismi industriali e di ricerca, in base a un
articolo pubblicato su un account di social media affiliato al
network statale Cctv. Durante la riunione, tutti i partecipanti
sia cinesi sia europei si sono opposti all'imposizione Ue di
dazi aggiuntivi al Dragone.
In particolare, è emerso l'invito ad applicare le tariffe
provvisorie più elevate sui veicoli a benzina di grossa
cilindrata importati dall'Europa nell'ambito consentito dalle
norme del Wto, fino a un massimo del 25% anche in linea con
l'obiettivo del taglio delle emissioni di carbonio.
Nell'incontro, secondo l'articolo, le aziende cinesi hanno
lamentato un sostanziale abuso dell'Ue dei suoi poteri
investigativi "per espandere arbitrariamente la portata
dell'indagine" fino a cercare di capire di più sulla tecnologia
cinese dei veicoli a nuova energia. Ad esempio, richiedendo di
fornire dettagli sulle batterie durante l'indagine
antisovvenzioni.
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