"Le questioni relative alle
misure commerciali" sulle importazioni del grano e dei prodotti
agricoli dall'Ucraina devono essere affrontate "in modo equo ed
equilibrato". E' quanto scrivono i leader Ue nelle conclusioni
sull'agricoltura del Consiglio europeo, facendo riferimento
all'intesa politica provvisoria raggiunta in settimana dalle
istituzioni Ue che prevede clausole di salvaguardia per gli
agricoltori europei e che dovrà essere confermata dal voto degli
ambasciatori dei Ventisette nei prossimi giorni.
Nel giugno del 2022, l'Ue aveva deciso di eliminare i dazi
doganali sui prodotti agricoli dall'Ucraina come parte del suo
sostegno a Kiev nella guerra di aggressione russa. L'ingresso
dei cereali ucraina a dazio zero ha però portato a una
destabilizzazione dei mercati soprattutto nei Paesi dell'Est
limitrofi, alle prese con un crollo dei prezzi, alimentando le
proteste dei trattori. A gennaio Bruxelles ha proposto di
rinnovare le misure commerciali a sostegno di Kiev, introducendo
però tutele per il settore agroalimentare Ue, rispondendo ai
malumori in particolare di Ungheria, Polonia, Slovacchia,
Bulgaria e Romania.
Nell'accordo raggiunto dalle istituzioni Ue, ora al vaglio
degli ambasciatori, si prevede di ampliare l'elenco dei prodotti
importati dall'Ucraina considerati "sensibili" (pollame, uova,
zucchero, avena, mais, semole e miele) e di ridurre i tempi di
attivazione delle salvaguardie automatiche (da 21 a 14 giorni),
al fine di tutelare gli agricoltori europei. Francia e Polonia
chiedono però limiti più stringenti.
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