Sono in flessione rispetto al 2022 le
assunzioni di contratti in somministrazione (-6%), in
apprendistato (-5%) e a tempo indeterminato (-3%); tutte le
altre tipologie registrano una leggera crescita: lavoro
intermittente +5%, tempo determinato +3% e stagionali +1%. Si
registra altresì una lieve flessione per le classi di dimensione
aziendale fino a 15 dipendenti (-0,3%) e 100 e oltre (-1%); in
crescita invece risulta la classe dimensionale intermedia da 16
a 99 dipendenti (+2,8%). Le trasformazioni da tempo determinato
nel corso del 2023 sono risultate 788.000, in aumento rispetto
al 2022 (+4%). Le conferme di rapporti di apprendistato giunti
alla conclusione del periodo formativo risultano in flessione
rispetto al corrispondente periodo del 2022 (-15%). Le
cessazioni del 2023 nel complesso sono state 7.652.000 (-1%).
Concorrono a questo risultato i contratti in somministrazione
(-7%), a tempo indeterminato (-5%) e i contratti in
apprendistato (-4%). In controtendenza invece risultano i
contratti stagionali (+1%), i contratti a tempo determinato
(+2%) e quelli di lavoro intermittente (+5%).
Il saldo annualizzato, vale a dire la differenza tra i flussi
di assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi che
identifica la variazione tendenziale su base annua delle
posizioni di lavoro è stato positivo per 523.000 posizioni di
lavoro. Per il tempo indeterminato la variazione risulta pari a
+396.000 unità mentre per l'insieme delle altre tipologie
contrattuali la variazione è pari a +127.000 unità
(dettagliatamente: +58.000 per i rapporti a tempo determinato,
+33.000 per gli intermittenti, +26.000 per gli apprendisti,
+8.000 i somministrati e +3.000 per gli stagionali).
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