Volume d'affari in flessione per
le piccole imprese artigiane dell'Emilia-Romagna: quelle
industriali hanno archiviato il 2023 con un -2,7%, riuscendo a
comunque a tenere la competitività nei mercati oltre frontiera
(fatturato estero +0,7%). Nelle costruzioni si sono persi i
forti rimbalzi legati ai super bonus e l'anno chiude
complessivamente con un leggero calo, dello 0,3%. È la
fotografia scattata dalla congiuntura dell'artigianato di Camere
di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna.
Il 2023 si è chiuso in recessione per l'artigianato
manifatturiero regionale: colpite soprattutto le piccole
imprese, molto di più rispetto al complesso dell'industria
regionale che ha subito un calo della produzione dello 0,5%.
L'andamento negativo del fatturato è risultato leggermente più
contenuto (-1,8%) grazie anche al supporto offerto alle imprese
esportatrici dall'andamento ancora moderatamente positivo del
fatturato estero (+0,7%). In negativo anche l'acquisizione degli
ordini (-2,9%). È il mercato interno ad aver avuto l'andamento
peggiore, mentre la dinamica della componente estera è stata più
contenuta (-1,5%).
Per quanto riguarda l'artigianato delle costruzioni, il 2023
ha chiuso con un leggero calo del volume d'affari a prezzi
correnti dopo il forte rimbalzo registrato nel 2021 (+7,8%) e
nel 2022 (+6,3%). L'andamento, spiegano gli analisti, è
conseguenza della limitazione a metà febbraio dello scorso anno
della portata dei cosiddetti "super bonus", dell'inflazione e
dell'aumento dei tassi determinato dalla politica monetaria
restrittiva. L'artigianato delle costruzioni flette di più del
settore delle costruzioni regionale (+1,9%), al cui andamento
hanno contribuito in modo particolare le imprese della classe da
50 a 499 addetti che sono riuscire a mettere a segno
l'incremento del volume d'affari a prezzi correnti più rapido
(+6,4%).
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