Gli ultimi dati disponibili,
quelli del primo semestre 2023, evidenziano che mediamente il
prezzo italiano dell'energia elettrica era pari a 378,2 euro per
MWh, il quarto più alto dell'Area Euro, dietro Germania (412,5
euro), Belgio (435) e Paesi Bassi (475). Per il gas, sempre nel
primo semestre 2023 il prezzo italiano era pari a 98,1 euro per
MWh, tra i più bassi dell'Eurozona.
Questi rincari - spiega lo studio - sono avvenuti "nonostante
i prezzi delle materie prime siano sostanzialmente in calo dalla
fine del 2022 e i governi Draghi e Meloni abbiano erogato quasi
100 miliardi per contrastare il caro energia a famiglie e
imprese". Secondo la Cgia, ciò è dovuto principalmente
all'aumento "rilevante" della quota fissa in bolletta, ossia
delle caparre e cauzioni in capo all'utente: una misura decisa
dai distributori e fornitori di energia per far fronte alla
mancanza di liquidità che, soprattutto nel 2022, li ha colpiti.
Anche l'inflazione presente nel settore energetico ha concorso a
far salire le bollette, avendo contribuito a impennare gli
indici dei prezzi al consumo del gas del 60,4% e della luce del
93,1%.
"Tantissimi piccoli commercianti e altrettante partite Iva -
sottolinea l'sociazione artigiana - hanno pagato due volte
l'impennata delle bollette di luce e gas verificatasi negli
ultimi anni. La prima come utenti domestici e la seconda come
micro imprenditori per riscaldare o raffrescare e illuminare le
proprie botteghe e negozi". Anche nel 2022, infine, le famiglie
con un reddito principale da lavoro autonomo hanno presentato un
rischio povertà pari al 19,9%, contro il 17,2% delle famiglie
con fonte di reddito principale da lavoro dipendente.
"A fronte della crisi energetica verificatasi in particolare
tra la fine del 2021 e la prima parte del 2023 - è la
conclusione della Cgia - abbiamo l'impressione che ancora una
volta a pagare il conto siano stati solo, o quasi, i consumatori
(famiglie e imprese). Certo, anche le società del settore hanno
subito degli choc importanti, ma gli extraprofitti realizzati in
questi anni dalle aziende energetiche sono stati rilevanti. E in
attesa che la Corte Costituzionale si pronunci sulla legittimità
del contributo di solidarietà sugli extraprofitti applicato nel
2022 alle aziende energetiche, nel 2023 l'erario ha incassato
solo 2,8 miliardi di euro rispetto ai 10 che il governo Draghi
aveva ipotizzato di riscuotere. Insomma, nelle casse pubbliche
sono 'mancati' 7 miliardi. Ancora una volta, così come successo
anche con gli istituti di credito, tassare gli extraprofitti di
queste big company, molte delle quali sono quotate in Borsa, è
diventata una 'mission impossibile'".
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