Il rallentamento dei consumi pesa
sulla fiducia delle imprese che ad agosto cala ai minimi da
novembre 2022. Lo afferma la Confesercenti sottolineando che nei
primi sei mesi dell'anno si è registrata per le imprese del
commercio una sola apertura ogni due chiusure. Nel 2023,
avvertono in una nota, spariranno 24mila negozi.
"La frenata estiva - si legge in una nota a commento dei
dati diffusi dall'Istat - raffredda il clima di fiducia. Il dato
di agosto evidenzia una valutazione abbastanza pessimistica
sulla situazione economica, sia da parte dei consumatori ma
soprattutto da parte delle imprese per le quali, l'indice si
colloca ai minimi negli ultimi 10 mesi. L'indice composito del
clima di fiducia delle imprese ad agosto nel complesso è calato
da 108,9 a 106,8. Nel commercio al dettaglio l'indice è sceso da
111,0 a 108,8 mentre nei servizi di mercato è passato da 105,5 a
103,6.
"Particolarmente problematica - sottolinea l'associazione -
la situazione delle piccole e medie imprese del commercio al
dettaglio, il cui sentiment si riduce di oltre 5 punti in un
mese. Una sfiducia generata dal rallentamento dei consumi e
dalle difficoltà del comparto, confermate dai dati relativi alle
aperture e chiusure delle imprese nel commercio: nei primi due
trimestri del 2023 c'è stata, in media, una sola apertura di
impresa ogni due chiusure. Uno squilibrio che ha portato alla
scomparsa nella prima metà dell'anno di circa 11.800 esercizi
commerciali, in particolare piccole imprese e negozi di
vicinato. E se il trend non dovesse cambiare, a fine anno
stimiamo che spariranno circa 24mila negozi. Un tessuto
produttivo che si impoverisce sempre di più: in prospettiva, più
che a una rigenerazione urbana assisteremo ad una vera e propria
degenerazione urbana".
Anche a livello complessivo, spiega la Confesercenti - il
quadro resta molto incerto. I dati recenti confermano che
l'economia europea è entrata in una fase di stagnazione e le
stime sul Pil italiano del secondo trimestre hanno evidenziato
una crescita che resta vicina a zero. "La prossima manovra di
bilancio dovrà, perciò, conclude la nota, affrontare alcune
sfide centrali, concentrando le risorse da un lato a favore dei
redditi delle famiglie, e quindi dei consumi, e dall'altro
sostenendo le piccole imprese, quelle maggiormente colpite dalla
crisi energetica e dalla stretta sul credito, con interventi che
ne favoriscano la competitività ed in un quadro normativo che
non le penalizzi come avviene da decenni"
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