(di Enrica Piovan)
(ANSA) - ROMA, 18 MAR - I redditi più bassi, quelli da 20mila
euro, possono subire una perdita pari a 150 euro oppure arrivare
a risparmiare fino a 100 euro. Mentre per le fasce alte, da 50 e
60mila euro, il beneficio è assicurato, e va da un minimo di 260
euro fino ad un massimo di 1.150 euro. E' lo scenario che
potrebbe prendere corpo con la nuova Irpef prevista dalla
riforma fiscale. Un meccanismo che il governo, che per l'intera
trasformazione del fisco si è dato due anni di tempo, punta a
mettere in moto già dal 2024.
La nuova Irpef immaginata dall'esecutivo passerà da 4 a 3
aliquote, con un sensibile ampliamento del primo scaglione
(quello al 23% fino a 15mila euro di reddito), con l'obiettivo -
questa la volontà espressa dalla premier Giorgia Meloni - di
ricomprendere molti lavoratori dipendenti. I numeri ancora non
ci sono, ma già circolano diverse ipotesi. La Fondazione
nazionale commercialisti ha fatto alcune simulazioni relative
all'Irpef netta per tre diverse tipologie di reddito
(dipendente, pensionato e autonomo) e quattro diverse soglie
reddituali (20mila euro, 35mila, 50mila e 60mila), ipotizzando
tre scenari e mettendoli a confronto con la situazione attuale,
caratterizzata da 4 aliquote.
Una prima ipotesi, più costosa, con l'abbassamento di sette
punti della terza aliquota (23% fino a 15mila euro; 28% fino a
50mila; 43% oltre 50mila), si tradurrebbe addirittura in una
perdita, pari a 150 euro, per un reddito da 20mila euro; si
avrebbe invece un risparmio per gli altri scaglioni, ma con
forti differenze: appena 100 euro per chi dichiara 35mila euro e
addirittura 1.150 euro per i redditi più alti. In un secondo
scenario meno costoso (23% fino a 28mila; 33% fino a 50mila e
43% oltre 50mila) si avrebbe un guadagno per tutti, dai 100 euro
per un reddito da 20mila euro ai 400 euro per chi dichiara
35mila euro, fino ai 700 euro dei redditi più alti. Una terza
ipotesi, ancora meno costosa (23% fino a 28mila, 35% fino a
50mila e 43% oltre 50mila), garantirebbe 100 euro di risparmio
per la fascia più bassa e 260 euro per tutti gli altri redditi
oltre 28mila euro.
In generale, sintetizza la Fondazione nazionale
commercialisti, "le modifiche ipotizzate comportano guadagni in
valore assoluto maggiori per i redditi più alti per via della
struttura progressiva dell'Irpef a scaglioni, ma in termini
relativi, i guadagni sono maggiori per le fasce più basse". In
ogni caso l'effetto finale, puntualizza la Fondazione,
"dipenderà dalle modifiche eventualmente apportate alla no tax
area e al sistema delle detrazioni e delle altre spese
deducibili che potranno incidere in maniera significativa anche
sui redditi più elevati a seconda delle scelte operate". (ANSA).