(ANSA) - ROMA, 17 FEB - Il 26% delle imprese italiane ha
avuto problemi relativi alla sicurezza informatica: è quanto
emerge da uno studio Confesercenti-Swg su un campione del 5%
delle Pmi tra i 10 e i 50 dipendenti secondo il quale il 52%
degli intervistati ha detto che potenzierà i sistemi di difesa
destinando nel 2023 risorse per la messa in sicurezza dei propri
dati, per un investimento complessivo di quasi 470 milioni di
euro. Nei prossimi tre anni - secondo la ricerca - le spese per
la difesa informatica delle imprese nel loro complesso
ammonteranno a 10 miliardi.
La progressiva digitalizzazione del terziario - si legge
nello studio - ha portato la quasi totalità delle imprese
intervistate (il 97%) ad adottare uno o più sistemi informatici:
il 90% ha un sistema di posta elettronica gestito internamente,
il 73% ha un sito web, mentre il 61% si avvale di un software o
piattaforma gestionale interna. Un ulteriore 35% mette a
disposizione dei clienti una rete Wi-Fi pubblica, mentre il 28%
gestisce un portale di e-commerce. Il 49% delle Pmi ritiene di
dover fare di più per garantire la sicurezza dei propri dati e
dell'attività, mentre una quota appena superiore - il 52% -
prevede di destinare risorse a questo fine nell'anno in corso,
con una spesa media di 4.800 euro per impresa, per un totale di
oltre 470milioni. Solo il 50%, però, ha già individuato un
fornitore di servizi a cui affidarsi.
"La possibilità che un attacco hacker possa impedire
l'attività o compromettere il proprio patrimonio di dati -
commenta Nico Gronchi, Vicepresidente vicario di Confesercenti -
preoccupa sempre di più le imprese. C'è però la sensazione che
il problema riguardi il sistema nel suo complesso - fornitori,
clienti, banche, etc - e che quindi le difese adottate dai
singoli non siano sufficienti o rilevanti". (ANSA).