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Milleproroghe: Confindustria nautica, porticcioli risorsa Paese

Errore 'al quadrato' se applicate regole pensate per lidi

(ANSA) - GENOVA, 17 FEB - Grido d'allarme di Confindustria nautica dopo l'approvazione degli emendamenti sulle concessioni balneari nell'ambito del Dl Milleproroghe. Se le associazioni dei balneari lamentano i gravi errori del Dl Concorrenza, approvato in fretta e furia dal governo Draghi, Confindustria Nautica sottolinea che nel caso della portualità turistica è addirittura un errore 'al quadrato' se quelle regole, comunque pensate per lidi e spiagge, venissero automaticamente applicate alle infrastrutture del diporto, cancellando la normativa specifica che, attraverso il Codice della navigazione, ha regolato per decenni il settore senza prescindere dai criteri di trasparenza che informano i principi europei.
    Il tema delle concessioni "è solo l'inizio del ragionamento sul futuro assetto della portualità turistica - commenta il presidente di Confindustria nautica Cecchi -. Posto che, a differenza di altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, l'Italia ha scelto di procedere alla realizzazione delle infrastrutture per la nautica ricorrendo agli investimenti del capitale privato, è evidente che occorre salvaguardare le certezze giuridiche e la redditività che è alla base di questi investimenti". Questo principio "è stato sottolineato e ribadito da decine di pronunce dei Tar, dal Consiglio di Stato e persino della Corte Costituzionale, quando si è espressa contro l'aumento retroattivo dei canoni - fino al 450% - previsto nel 2007 dalla Legge finanziaria del governo Prodi". Per ragionare del futuro della portualità turistica è necessario, secondo Confindustria Nautica, "risolvere i problemi che la affliggono da decenni. E non solo nell'interesse degli approdi, ma dell'intero sistema turistico e delle economie costiere".
    Secondo l'Osservatorio nautico nazionale di Confindustria Nautica, il personale direttamente impiegato all'interno di un marina turistico ammonta in media a 10 Unità Lavorative Annue (Ula), ognuna delle quali corrisponde a una persona impiegata a tempo pieno per un anno, a prescindere dalla forma contrattuale e dalla retribuzione. Ma il vero impatto è l'indotto occupazionale. Il rapporto tra posti barca e occupati generati complessivamente sul territorio, quindi al di fuori dall'area portuale, è pari a 1 addetto ogni 3,8 posti barca. (ANSA).
   

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