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>>>ANSA/ La promessa di Meloni, 'rivoluzioneremo il fisco'

'Al centro dipendenti e pensionati'. Corte Conti: serve coerenza

(di Chiara De Felice) (ANSA) - ROMA, 09 FEB - La legge delega a cui sta lavorando il governo "toccherà tutti i settori della fiscalità", con l'obiettivo di "rivoluzionare il rapporto tra fisco e contribuente, per combattere l'evasione prima ancora che si realizzi". La premier Giorgia Meloni, in un'intervista al direttore del Sole 24 Ore, annuncia il cambio di rotta in arrivo sul fisco e spiega che non lascerà fuori nessuno, perché "metterà al centro anche i dipendenti e i pensionati, con misure ad hoc". Un passo necessario anche secondo la Corte dei conti: inaugurando l'anno giudiziario, il presidente Guido Carlino chiede di migliorare significativamente la "coerenza del sistema fiscale", per "garantire la sostenibilità del processo redistributivo".
    La premier ha anche ribadito l'impegno alla messa in sicurezza del debito pubblico, di fronte a "nuovi shock finanziari", aumentando "il numero di italiani e residenti in Italia che detengono quote". Meloni è al lavoro con il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti per ridurre la dipendenza dai creditori stranieri. Ma non è la sola strategia, perché "l'unica strada per rendere sostenibile un debito elevato come il nostro è la crescita economica, non le politiche di cieca austerità viste negli anni passati", spiega la premier. Poi, "compatibilmente con le risorse economiche a disposizione", il governo intende proseguire con "tagli consistenti al cuneo fiscale".
    L'equilibrio dei conti pubblici è fondamentale anche per la Corte dei conti. "Il delicato contesto economico richiede, oggi più che nel passato, significativi miglioramenti nella coerenza del sistema fiscale e nell'equilibrio dei conti pubblici", per "garantire la sostenibilità del processo redistributivo", ha detto il presidente Carlino aprendo l'anno giudiziario dei magistrati contabili. Si guarda sempre alla "fondamentale, efficiente e tempestiva attuazione del Pnrr", che darà "un rilevante impulso per l'economia", con una ripresa "equa e sostenibile". Anche per questo Carlino è d'accordo con il governo quando chiede "un approccio integrato tra Pnrr e politiche di coesione".
    Ma c'è un aspetto che preoccupa i magistrati revisori delle spese dello Stato. Soprattutto quando passano in rassegna le spese finanziate con fondi europei, incluse quelle del piano di rilancio. Si tratta della polemica, riaccesa di recente, sulla "paura della firma" che impedirebbe a molti amministratori pubblici di prendersi la responsabilità di realizzare le opere, per paura di essere perseguiti. "Nell'attuale congiuntura economica", che richiede "di porre la massima attenzione nell'impiego delle risorse pubbliche, stride non poco sentire nuovamente parlare di 'paura della firma' e della necessità di tenere amministratori e funzionari pubblici, come è stato detto, 'nelle condizioni che se firmano un atto non vengono poi perseguiti'", spiega il procuratore generale della Corte dei conti Angelo Canale. Per Canale è piuttosto una "fuga" dalla firma, "cioè timore o più spesso incapacità di assumersi responsabilità".
    Anche il presidente Carlino solleva lo stesso tema, e punta il dito contro le norme che riducono la perseguibilità degli amministratori pubblici o dei privati coinvolti nella realizzazione di programmi di spesa finanziati con pubbliche risorse. "Alla luce dei risultati sinora conseguiti" nel monitoraggio dei fondi europei tra cui quelli del Pnrr, "permangono perplessità sulle norme che hanno previsto limitazioni alla perseguibilità delle condotte gravemente colpose", ha detto il presidente. Secondo Carlini la fuga dalla firma non può essere imputata "alla giurisprudenza della Corte dei conti", che garantisce sempre le buone condotte, ma piuttosto "all'incertezza e alla complessità" delle normative delle amministrazioni. Bisogna quindi "evitare" di indebolire la responsabilità erariale, per non creare "situazioni propizie alla dispersione delle risorse pubbliche, specialmente di quelle legate al Pnrr", determinando "un clima favorevole per l'infiltrazione della criminalità organizzata". (ANSA).
   

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