(ANSA) - ROMA, 24 GEN - "L'abbassamento della detrazione
fiscale, legata ai Superbonus, dal 110% al 90% per l'anno 2023,
determinerà quasi sicuramente un netto ridimensionamento della
propensione all'utilizzo degli incentivi" ed il 'décalage'
previsto "sia per il 2024, che per il 2025 avrà effetti ancora
più disincentivanti. Per questo, tale modalità di programmazione
del livello di detrazione fiscale dovrebbe essere totalmente
riprogrammata, adottando un orizzonte di vigenza degli incentivi
fiscali quanto più lontano possibile". Lo si legge nella memoria
portata dal Consiglio nazionale degli ingegneri, presieduto da
Angelo Domenico Perrini, oggi pomeriggio in Commissione Finanze,
al Senato. Per la categoria tecnica, "l'Italia deve sin da ora
pensare ad incentivi, ad esempio al 90%, duraturi nel tempo,
validi per almeno 15, o 20 anni in modo da permettere ad una
platea estremamente ampia e difforme di proprietari di immobili
di programmare la fattibilità, soprattutto finanziaria, dei
singoli interventi". Gli ingegneri sostengono come "le
detrazioni delle imposte dal reddito sono uno strumento
efficace, perché consente di raggiungere degli obiettivi di
rilevanza sociale, quali il risparmio energetico ed il
risanamento delle strutture più energivore, innescando effetti
espansivi della domanda aggregata, dell'occupazione, oltre ad un
circolo virtuoso che consente, attraverso il gettito fiscale
derivante dalle imposte sul lavoro e sui materiali da
costruzione, di abbattere una parte del disavanzo generato dalla
spesa sostenuta dallo Stato". La categoria, infine, osserva come
sia "necessario evitare che gli interventi di ristrutturazione
degli edifici possano innescare fenomeni inflattivi sui prezzi
dei materiali da costruzione, sulle opere e sui servizi
connessi". (ANSA).
Superbonus: ingegneri,meno attrattivo con calo da 110% a 90%
Evitare fenomeni inflattivi sui prezzi materiali da costruzione
