(ANSA) - TARANTO, 22 GEN - Diverse grandi imprese
dell'indotto ex Ilva si sono dimesse da Confindustria Taranto
formando un Comitato che parteciperà ai successivi tavoli di
confronto convocati dal Ministero. "Attaccare questa fabbrica -
affermano - è una follia. E' invece saggio difenderla aiutando a
migliorarla. Per questo abbiamo lanciato messaggi di allarme al
Governo e al Parlamento". Si tratta del cartello di aziende che
aveva difeso strenuamente l'ultimo decreto salva-Ilva e
censurato le iniziative di mobilitazione dei sindacati e le
prese di posizione degli enti locali prima del vertice
ministeriale del 19 gennaio scorso. Il loro documento era stato
criticato dal presidente di Confindustria Taranto Salvatore Toma
che, insieme al presidente regionale Sergio Fontana, invitava ad
assumere una linea comune e ad evitare le divisioni. La
spaccatura è stata certificata dopo l'ultimo consiglio generale
dell'associazione degli industriali. Le aziende "dissidenti"
fanno sapere che nel corso del Tavolo sull'ex Ilva di qualche
giorno fa "ha ufficialmente fatto il suo debutto il 'Comitato
aziende indotto Adi e grandi imprese'. Tutte le aziende
dell'indotto associate a Confindustria Taranto si sono dimesse
in massa dopo aver constatato che occorre aprire una fase
nuova".
Lo stesso Comitato osserva che "a peggiorare il clima e
l'incertezza ha contribuito l'inerzia della rappresentanza della
Confindustria tarantina, che distratta e disorientata, aveva
ormai derubricato in una routinaria questione tra semplici
privati, le problematiche complesse della Metalmeccanica e della
Siderurgia, delegandole alla competenza regionale e a loro dire
nazionale". Il cartello di imprese annuncia che parteciperà ai
successivi incontri ministeriali che saranno "finalizzati -
sostengono - allo sviluppo dell'Accordo di Programma e alla
verifica passo dopo passo dell'avanzamento dei cronoprogrammi
per la ripartenza e la decarbonizzazione di Acciaierie
d'Italia". (ANSA).