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>>>ANSA/ Pensioni: fissato calendario,Cgil insoddisfatta

Landini, nessuna risposta.Bonomi,contenti se riforma strutturale

(ANSA) - ROMA, 19 GEN - Entrerà nel vivo dall'8 febbraio il confronto tra Governo e parti sociali sulla riforma della previdenza con un tavolo sulle misure per giovani e donne mentre gli altri tavoli tematici saranno fissati a cadenza settimanale.
    La ministra del Lavoro, Marina Calderone ha spiegato quali sono le direttrici sulle quali si muoverà il Governo a partire dal miglioramento dell'attuale normativa sulla flessibilità in uscita ma il quadro non ha convinto la Cgil che con il segretario Maurizio Landini ha parlato di mancanza di risposte sia sui tempi sia sulle risorse e di semplice "disponibilità generica". Meno critica la Uil che ha chiesto comunque risposte urgenti perché gli interventi andrebbero inseriti nel Def ad aprile e la Cisl che parla di "giornata importante" perché "è partito il confronto". Il presidente, di Confindustria, Carlo Bonomi, si è detto convinto della necessità di una riforma strutturale perché gli interventi spot come Quota 100 "sono onerosi e non creano occupazione".
    Qualsiasi riforma dovrà comunque tenere conto dell'attuale quadro della spesa pensionistica ma anche dell'evoluzione demografica e soprattutto dell'andamento del mercato del lavoro in un Paese come il nostro con un tasso di occupazione tra i più bassi in Ue. Il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico nel corso della riunione tra Governo e parti sociali ha detto che il quadro al 2029 "non è positivo" con il rapporto tra lavoratori e pensionati che passerà dall'attuale 1,4 a 1,3 per poi arrivare nel 2050 a uno a uno. Qualsiasi scelta di anticipo rispetto all'età di vecchiaia dovrà tenere conto dell'andamento dell'aspettativa di vita (diminuita con il Covid ma probabilmente in ripresa) ed essere legata ai contributi versati. Ma si potrebbe anche scegliere la via dell'anticipo per le categorie più in difficoltà sulla scia delle norme sull'Ape sociale. Calderone ha sottolineato che "si lavorerà per trovare meccanismi di ulteriore miglioramento dell'attuale normativa vigente per quanto riguarda, in particolare, la flessibilità in uscita specialmente in riferimento alle categorie più interessate da lavori usuranti".
    I sindacati hanno ribadito le loro richieste sulla flessibilità a partire dai 62 anni, sul pensionamento con 41 anni di contributi a prescindere dall'età anagrafica, sulla rivalutazione delle pensioni, la tutela del lavoro di cura e la pensione di garanzia per i giovani ma anche sulla separazione tra previdenza e assistenza perché - ha ribadito il numero uno della Cisl, Luigi Sbarra, "un'operazione verità su questo tema mostrerebbe che la spesa previdenziale italiana è in linea con quella europea". Il Governo è pronto a "ripristinare permanentemente il Nucleo di valutazione della spesa previdenziale" per meglio monitorare i fattori che influenzano la spesa "consentendo una revisione sostenibile del sistema". Ma è pronto anche a discutere di previdenza complementare perché un sostegno alla seconda gamba del sistema porterebbe a una crescita dei fondi pensione e ad assegni più corposi. Il Governo punta a dire stop a interventi tampone come quelli messi in campo dal 2019 in poi (Quota 100, Quota 102 e 103) e a lavorare a una riforma strutturale ma il limite sarà ancora quello delle risorse. I sindacati hanno ribadito che in questo campo non esistono riforme a costo zero e hanno chiesto chiarimenti sulla disponibilità, richiesta rinviata al mittente dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon che ha chiesto di partire dagli interventi e non dalle disponibilità di spesa.
    (ANSA).
   

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