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ANSA/ Riforma delle pensioni, Macron rischia un inverno caldo

Governo apre a compromesso. Sindacati attaccano su aumento età

(di Paolo Levi) (ANSA) - PARIGI, 03 GEN - Rientro ad alto rischio per Emmanuel Macron. Dopo la pausa di Natale e San Silvestro, il nuovo anno politico della Francia riparte a tambur battente con la ripresa del dibattito, infuocato, sulla riforma delle pensioni. Un test cruciale per verificare le reali capacità del presidente centrista rieletto in primavera di riformare il Paese anche dopo aver perso la maggioranza assoluta in Parlamento.
    Per tutto il giorno, la premier Elisabeth Borne ha ricevuto a Parigi i sindacati per un nuovo round di concertazione sul nodo previdenziale. A cominciare dal contestato innalzamento progressivo dell'età pensionistica a 64 o 65 anni che - ha assicurato in mattinata la fedelissima di Macron - "non è un tabù". Borne garantisce alle parti sociali che il governo sta attualmente studiando "altre soluzioni che consentano di raggiungere il nostro obiettivo", a condizione di raggiungere "l'equilibrio del sistema previdenziale entro il 2030". Un modo di aprire al compromesso che non sembra però convincere i sindacati.
    Uscendo in serata dall'incontro a Palazzo Matignon, il segretario della Cfdt, Laurent Berger, è tornato ad agitare lo spettro di un inverno caldo e non solo sul fronte delle temperature attualmente sopra la media a Parigi. In caso di innalzamento a 64 o 65 anni la "Cfdt si mobiliterà", avverte il capo del primo sindacato d'Oltralpe che già in mattinata, intervistato dalla Depeche du Midi, aveva detto che "così come prevista la riforma susciterà parecchia conflittualità sociale".
    Sulla stessa linea il leader di Force Ouvrière, Frédéric Souillot, ricorda che, "oltre a tutte le organizzazioni sindacali, è contraria all'innalzamento dell'età pensionistica o ad una estensione del periodo contributivo anche la maggioranza dei francesi". Il presidente di Cfe-Cgc, Francois Hommeril, dice che si unirà ai manifestanti se l'esecutivo dovesse ostinarsi nel suo progetto e denuncia una riforma a suo avviso "molto ingiusta", "non giustificata da questioni di equilibrio di bilancio".
    A soffiare sul fuoco, a una settimana dalla presentazione del progetto, il 10 gennaio, anche i partiti di sinistra all'opposizione. "65 o 64 anni: innalzare l'età pensionistica non va bene. Non è una questione di tabù o meno, è una questione di giustizia sociale", protesta su Twitter il capogruppo dei socialisti all'Assemblea Nazionale, Boris Vallaud. Stessa musica da parte della France Insoumise (Lfi) e del Partito comunista, mentre i Républicains guidati da Eric Ciotti sembrano l'unica ancora di salvezza per il governo. Questi potrebbero infatti appoggiare il progetto in parlamento, anche se a determinate condizioni.
    Sepolta a fine 2019 dopo scioperi a oltranza e l'avvento del Covid-19, la riforma previdenziale è stata tra le grandi promesse non mantenute di Macron nel precedente quinquennato all'Eliseo (2017-2022), quando disponeva ancora di un'ampia maggioranza all'Assemblea Nazionale. Durante la campagna elettorale che lo ha riconfermato alla presidenza lo scorso aprile, il fondatore di En Marche si era impegnato a farla varare al più presto in caso di rielezione e nel messaggio di auguri di fine anno ai connazionali, sabato scorso 31 dicembre, ha ribadito la sua determinazione. "Quest'anno - ha detto - sarà quello della riforma pensionistica". Quindi la promessa di un'applicazione "dalla fine dell'estate". Ma la strada sembra tutta in salita. (ANSA).
   

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