"Il Mezzogiorno esca dal ruolo di
chi richiede assistenza ad oltranza e si proponga come soggetto
attuatore e presidio di legalità per ogni forma di investimento
che si riesca ad attrarre". Lo dice Alessandro Albanese,
presidente di Confindustria Sicilia, che non risparmia frecciate
al governo riguardo le iniziative economiche per le regioni del
Sud Italia, in particolare della Sicilia.
"Il Sud non chiede elemosine, anzi. Il Mezzogiorno è un'area
geograficamente strategica del Paese, e pretende per questo di
rientrare in una complessiva e articolata programmazione di
sviluppo nazionale. In una parola: servono investimenti".
Albanese chiede che tutte le misure di sostegno oggi funzionali
alla riduzione dei divari, vengano mantenute fino al 2026. Il
Credito d'imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno e il
credito d'imposta per le aree Zes.
"Certo, è positivo che il governo abbia recepito la priorità
dell'emergenza energetica e la necessità dell'equilibrio dei
conti, ma non basta. Oggi mancano completamente le politiche di
sviluppo a sostegno dell'impresa. Questa è una manovra senza
visione e senza prospettiva - incalza il presidente di
Confindustria Sicilia - Sono fondamentali azioni di rilancio per
sostenere le politiche per il Mezzogiorno come il credito
d'imposta, gli investimenti al Sud, la decontribuzione nel
Mezzogiorno e le agevolazioni Zes, il tema dell'Autonomia
differenziata. La misura della decontribuzione Sud deve
diventare strutturale. E soprattutto deve diventare strutturale
un piano di sostegno e una politica strategica di investimenti
che colmino i gap con il resto d'Italia", conclude Albanese.
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