Il nuovo contratto integrativo in
Toscana per la cooperazione sociale siglato ieri, che riguarda
circa 550 cooperative e si applica a oltre 30mila lavoratrici e
lavoratori operanti in regione, "dovrà essere rispettato anche
dalle cooperative che hanno sede fuori regione e quelle non
aderenti alle organizzazioni datoriali". Lo affermano in una
nota Fp-Cgil, Cisl-Fp e Fisascat-Cisl, secondo cui deve essere
impedita "la frantumazione del contratto e la non omogeneità
delle condizioni applicate" alle lavoratrici e ai lavoratori.
"Siamo consapevoli dello stato di crisi economica che sta
distruggendo il tessuto produttivo nazionale e anche dei mancati
adeguamenti dei finanziamenti da parte del governo centrale",
dichiarano Bruno Pacini (Fp-Cgil), Andrea Nerini (Cisl-Fp) ed
Alessandro Gualtieri (Fisascat-Cisl), "ma non possono essere
lavoratrici e lavoratori a pagarne le conseguenze. Per noi il
primo patto politico resta quello con chi rappresentiamo ed
ognuno deve provare a fare la propria parte, datori di lavoro e
committenza pubblica. Aver rinnovato questo contratto regionale
non esaurisce la discussione: proseguiremo il confronto,
soprattutto in merito alle regole di ingaggio di queste
lavoratrici e lavoratori che, non dimentichiamolo, sono al
servizio della comunità".
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