La causa di questa sostanziale
stabilità, spiega l'Istat, è imputabile a diversi fattori, in
particolare, ad un incremento più contenuto della spesa per
consumi delle famiglie meno abbienti (+1,7% per il 20% delle
famiglie con la capacità di spesa più bassa, ossia la quasi
totalità delle famiglie in povertà assoluta) che non è stato
sufficiente a compensare la ripresa dell'inflazione (+1,9% nel
2021), in assenza della quale la quota di famiglie in povertà
assoluta sarebbe scesa al 7,0% e quella degli individui
all'8,8%. I maggiori consumi, dunque, non compensano
l'inflazione.
Per quanto riguarda l'infanzia, nel 2021, la povertà
assoluta in Italia colpisce 1 milione 382mila bambini (14,2%,
rispetto al 9,4% degli individui a livello nazionale).
L'incidenza varia dall'11,4% del Centro al 16,1% del
Mezzogiorno. Le famiglie in povertà assoluta in cui sono
presenti minori sono quasi 762mila, con un'incidenza del 12,1%
(stabile rispetto al 2020), indica inoltre il report dell'Istat.
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