Le famiglie più penalizzate
saranno quelle del Trentino A.A. (-1.685 euro), della Valle
d'Aosta (-1.473 euro) e del Lazio (-1.279 euro). Se le prime
risentiranno, principalmente, dell'aumento dei costi energetici,
la terza, che è decisamente condizionata dai risultati della
provincia di Roma, patirà, in particolar modo, del forte calo
dei consumi interni e per l'effetto dell' inflazione sui beni
importati (nel biennio 2020-2021 la regione Lazio ha registrato
un saldo commerciale negativo di 17 mld). Altrettanto critica la
situazione in Veneto (-1.065 euro), in Toscana (-1.059 euro) e
in Basilicata (-1.043 euro): nelle prime due la perdita di
potere d'acquisto sarà riconducibile, in particolar modo, alla
contrazione della domanda interna e ai rincari delle bollette di
luce e gas, così come nel Piemonte (-1.039 euro) e in Emilia R.
(-1.035 euro). Per le regioni del Sud, infine, l'impatto della
crisi sarà meno "violento"; con costi energetici molto più
contenuti, un'economia meno aperta ai mercati internazionali e
dimensionalmente più piccola in termini di Pil procapite,
l'impatto negativo sulle famiglie sarà più contenuto. Il
pericolo che il Paese stia scivolando lentamente verso la
stagflazione è molto elevato col rischio, nel medio periodo, di
spingere anche la nostra economia verso una crescita pari a
zero, con una inflazione che si avvierebbe a sfiorare le due
cifre. Uno scenario che potrebbe addirittura rendere pressoché
inefficaci i 235 mld di euro di investimenti previsti nei
prossimi anni dal PNRR.
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