Dopo la diffusione del Covid-19, "la
ripresa di molte attività in presenza ha determinato una
crescita, tra 2020 e 2021, degli infortuni 'in itinere'
(+29,2%)", quelli accaduti nel tragitto fra casa e luogo in cui
si pratica il lavoro, "per un incremento complessivo di oltre
18.000 casi". Ed il settore produttivo "che ha visto crescere in
modo esponenziale sia il numero di infortuni (+17,1% tra 2020 e
2021), sia i casi mortali (11,4%) è quello edile, comparto che
ha registrato, grazie agli incentivi, un 'boom' occupazionale
senza precedenti nel 2021, con 111.000 occupati in più rispetto
al 2019". A metterlo nero su bianco è la Fondazione studi dei
consulenti del lavoro, che ha realizzato un dossier che, oltre
ad attingere ai dati di un'indagine interna alla categoria
professionale, realizzata tra il 6 e il 12 aprile scorsi, si
avvale dei dati dell'Inail relativi al periodo 2019-2021. Le
denunce di incidenti mortali, si legge, "sono passate da 1.089
del 2019 a 1.221 del 2021, per un incremento di 132 casi, evento
riconducibile - osservano i professionisti - al maggiore rischio
di mortalità associato all'infortunio da Covid". I consulenti
del lavoro ravvisano, però, una maggiore attenzione al tema dell
sicurezza "nel maggior ricorso all'uso di dispositivi di
prevenzione (62,7%) e nel complessivo aumento dell'igiene e
della salubrità degli ambienti di lavoro per il 62,5% degli
intervistati" fra i loro colleghi.
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