Sostenibilità, integrazione tra
strumenti digitali e attività manuali, istituti di credito
sempre più partner nella fornitura di servizi specialistici ad
alto valore aggiunto. Queste le direttrici verso le quali si
evolve il mondo delle pmi, che sono state analizzate dalla
ricerca "Sme Business Longevity", promossa da Crif e condotta da
Nomisma. Negli ultimi 6-12 mesi 3,9 imprese su 10 hanno attivato
fornitori per lo sviluppo del business. Al contempo, solo 2,3
imprese su 10 hanno promosso servizi di consulenza per l'export.
In un'ottica di evoluzione del ruolo degli istituti di credito,
8 Pmi su 10 valutano positivamente la banca con cui si opera
abitualmente come possibile fornitore di servizi specialistici.
Nello specifico: selezione-partecipazione a bandi di gara
pubblici su finanza agevolata (nel 36% dei casi), servizi
informativi-consulenza per lo sviluppo commerciale/crescita del
business (27%), soluzioni in ambito cybersecurity (17%), firma
digitale (17%), servizi di marketing e di campagna commerciale
(16%), consulenza per la valutazione e gestione del portafoglio
fornitori (16).
Quanto al rapporto tra pmi e strumenti digitali, per eseguire
operazioni di gestione, 4 pmi su 10 non utilizzano alcuno
strumento. Emerge comunque un quadro ibrido, in cui a strumenti
digitali (1 su 2 usa Erp - Enterprise resource planning ovvero
"pianificazione delle risorse d';impresa" - per il controllo dei
saldi e dei movimenti di conto) si affiancano attività manuali
per 4 su 10 per alcune attività di finanza-tesoreria.
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