L'88% degli imprenditori considera
le innovazioni digitali necessarie per lo sviluppo del business,
ma solo il 26% ha una maturità digitale adeguata a competere sui
mercati globali. Lo dice l'indagine dell'Osservatorio
Innovazione Digitale nelle pmi del Politecnico di Milano su un
campione rappresentativo delle circa 200 mila piccole e medie
imprese italiane, presentata all'apertura della Fiera A e T
Automation and testing, fino al 14 Febbraio all'Oval Lingotto di
Torino.
Al centro dell'appuntamento i processi dell'innovazione
industriale con 400 espositori che presentano tecnologie
all'avanguardia, con casi applicativi, soluzioni 4.0, convegni e
workshop. Manca - secondo l'indagine - la reale volontà di
innovare: nel 2020, le previsioni di investimento in digitale
sono invariate o ridotte per la maggior parte delle pmi rispetto
al 2019. La reticenza è spiegata da una visione imprenditoriale
che guarda più al breve che al medio lungo termine, ma anche da
alcuni fattori di freno: costi di acquisto delle tecnologie
digitali percepiti come troppo elevati (27%), mancanza di
competenze e di cultura digitale nell'organizzazione (24%),
scarso supporto da parte delle istituzioni (11%).
Le imprese, inoltre, conoscono poco gli incentivi governativi
in vigore, in particolare nel Centro e Sud Italia: il 68% degli
imprenditori non è aggiornato sugli incentivi relativi ai
voucher consulenza in innovazione promossi dal Mise. Nel
Nord-Ovest italiano, dove risiede il 32% delle pmi, esiste un
maggiore livello di maturità digitale relativa a specifici
processi interni, ma il 13% non ha alcuna figura che si occupa
delle tematiche Ict e digital, il 32% non adotta soluzioni di
cybersecurity, il 20% non ha un sito web.
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