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Responsabilità editoriale di Advisor
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Se fosse uno Stato sovrano, la silver economy sarebbe la terza potenza economica mondiale, subito dopo Stati Uniti e Cina (ma prima di Giappone, Germania e Gran Bretagna). La stima è del report redatto da Oxford Economics e Technopolis Group per conto della Commissione Europea, in cui si calcola che entro il 2025 solo nel Vecchio Continente “l’economia d’argento” arriverà a valere 5,7 trilioni di euro, pari a quasi un terzo del Pil dell’Unione, e a dare lavoro a 88 milioni di persone (quasi il 38% del totale). Numeri incredibili.
Ma perché stupirsi? Due potenti motori trainano la silver economy a tassi di crescita di circa il 5% l’anno. Da una parte l’invecchiamento della società, dovuto all’allungamento della speranza di vita: oggi nel mondo metà della popolazione ha meno di trent’anni, ma secondo stime Onu nel 2040 l’età mediana supererà i 47 anni in Europa, i 52 in Italia e i 35 a livello globale. E gli ultrasessantacinquenni cresceranno su scala mondiale dal 9% di oggi al 14%. Secondo le proiezioni Istat, nel nostro Paese nel 2050 la quota di over 65 sul totale della popolazione potrebbe toccare il 37% dal già considerevole 22,6% di oggi.
L’altro motore della silver economy è il mutamento di pelle dei senior: non più adulti ma nemmeno anziani, perché il concetto di “persona anziana” (che ha bisogno di aiuto per svolgere le proprie attività quotidiane) oggi calza più agli ultraottantenni che agli over 65. La generazione che sta trainando l’“economia d’argento” è infatti quella dei Boomers, i nati tra il 1946 e il 1964, consapevoli di poter godere di una ventina d’anni di vita attiva in più rispetto ai loro avi. E di conseguenza pieni di progetti e di consumi a tutto tondo, anche perché le disponibilità economiche non mancano.
Non a caso oggi la silver economy viene definita come “complesso di attività economiche rivolte alla popolazione con 65 anni o più che cessano, parzialmente o totalmente, l’attività lavorativa, passando da uno stile di vita attivo a uno stile di vita differentemente attivo”. Si passa insomma da un tipo di attività a un altro, ma il viale del tramonto è ancora molto lontano.
Prendiamo il nostro Paese, uno di quelli che sta invecchiando più in fretta. Secondo una recente ricerca del Centro Studi di Confindustria, l’over 65 medio italiano vive in una casa di proprietà, ha buone disponibilità finanziarie e tempo a disposizione per aiutare anche economicamente i familiari (nel 30% dei casi). Conduce una vivace vita sociale e frequenta spesso gli amici, fa sport (il 14,4% tra i 65 e i 74 anni), va in vacanza e si dedica sempre più ad attività di volontariato. In tutto questo genera una domanda di beni e servizi crescente, diversificata e sempre più significativa, molto differente da quella che le statistiche fotografavano solo un decennio fa.
La silver economy insomma brilla sempre più, dando linfa vitale all’economia e al lavoro, anche dei giovani.
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