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Responsabilità editoriale di Advisor
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La duration in un investimento azionario rappresenta il tempo necessario affinché il titolo ripaghi, con i dividendi, il capitale investito inizialmente. Molti pensano che l’attuale volatilità, rappresentata dall’indice VIX, stia demotivando gli operatori ad investire nel mercato azionario ed alcuni di questi, stanno aspettando la fine delle elezioni americane per riprendere a puntare su questa asset class. Secondo Antonio De Negri, founder e CEO di Cirdan Capital, l’elevata volatilità deriva da altro: il CEO ritiene infatti che essa sia dovuta principalmente alla predominanza sul mercato di titoli growth, il cui prezzo sui listini è più alto del valore di bilancio della società, un dislivello giustificato dalla forte crescita. Solitamente però, le growth hanno un basso rendimento da dividendi che riducono i flussi di cassa futuri, allungando la duration azionaria dell’investimento.
Infatti, una lunga duration, tipica dei titoli growth, sta incrementando il rischio negli indici azionari, specialmente in quelli americani. "Ad oggi, stimiamo che le growth rappresentano una parte significativa dei maggiori indici azionari, tanto che in alcuni indici le top 20 azioni, molte delle quali appartenenti al settore growth, generano la metà della volatilità di tutto l’indice", spiega De Negri. "Per questo, crediamo che i titoli tech, considerati growth, non possano portare il mercato tanto più in alto dei livelli di oggi", aggiunge il CEO. "Quindi l’investitore dovrebbe ribilanciare i propri portafogli azionari prendendo in considerazione la duration delle azioni in portafoglio. Se questa volatilità persiste, ed i titoli continuano ad essere “svenduti” come ci aspettiamo che siano, la nostra view è quella di vendere azioni put a lunga scadenza beneficiando del futuro reset di volatilità, che permette di vendere oggi ad un prezzo più alto rispetto al prezzo post-reset di volatilità", conclude De Negri.
Alla luce di queste considerazioni, Cirdan Capital consiglia di comprare azioni call a lunga scadenza, che non solo danno la possibilità di fissare una volatilità poco costosa, specialmente su 5 anni, ma soprattutto sono implicitamente “short duration” grazie al corrente basso prezzo dei forward.
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