"Su queste direi monete, e io
aggiungerei immediatamente false perché non sono monete
ufficiali, le aspettative sono tali che evidentemente le persone
facoltose possono rischiare ma mi dispiace che c'entrino anche
le persone non facoltose, talune addirittura povere, che
affidano i propri risparmi, entrano in un settore nonostante gli
avvertimenti, i warning che le autorità, non solo la Consob e
Banca d'Italia, anche le autorità internazionali hanno
ripetuto", avverte il presidente della Consob, Paolo Savona,
tornando a parlare dal Festival dell'Economia di Trento - su
Radio24 - delle criptovalute. "Quello che sta accadendo -
sottolinea - è che non c'è ammonimento che fermi il
comportamento di queste direi 'nuove valute' e quindi è giunto
il momento di passare ad una decisione, un chiarimento sul fatto
di qual è la moneta, se la moneta è solo pubblica o anche
privata, se è lecito che si crei una moneta privata
digitalizzata, e tutte le implicazioni di sistema che ciò
comporta".
"Non so come farà il notaio", dice Savona, rispondendo sul
caso di un noto registra che intende vendere in bitcoin un
appartamento di Milano. "Ci sono seri problemi legislativi, seri
problemi economici", dice i Savona sottolineando che come
presidente della Consob affronterà il tema in occasione
dell'incontro annuale con il mercato finanziario, il 21 giugno.
Oggi, dice, "parlo come professore di economia emerito, in
questo modo ho un po' più le mani libere".
Le criptovalute "sono serbatoi di risparmio ma non sono
liberatori del debito": possono attrarre "ricchi e poveri, più
intelligenti e meno intelligenti: il compito dello Stato è
proteggere i più deboli. E' una scelta politica molto
importante". Questo il nodo da affrontare: "Le banche centrali
devono dirci che tipo di contabilità adotteranno".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA