"L'Europa è a un bivio e nei primi cento giorni deve compiere scelte coraggiose, anche cambiando senso di marcia rispetto ad alcune decisioni assunte dalla scorsa Commissione". Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, in una intervista all'ANSA, in occasione del business summit Italia Spagna delle due 'confindustrie', a Roma con il Re di Spagna, lancia un "messaggio condiviso" sia con gli industriali spagnoli che con quelli francesi e tedeschi: "L'industria deve diventare il primo punto all'ordine del giorno dell'agenda europea".
E' il metodo Confindustria', rilanciato a ottobre al bilaterale con la spagnola Oece a Roma e a novembre al trilaterale di Parigi con la francese Medef e la tedesca Bdi: "Continueremo con azioni congiunte, cercando la maggior condivisione possibile con tutte le confindustrie europee", "le grandi economie manifatturiere sono compatte sulle priorità su cui le nuove istituzioni Ue si devono concentrare e vorremmo che la stessa unità d'intenti ci fosse a livello politico". Con gli spagnoli "sintonia totale". L'auspicio del leader degli industriali è che possano lavorare con la stessa sintonia i vicepresidenti della Commissione europea Raffaele Fitto e Teresa Ribera, che la commissaria spagnola "cambi idea sull'andare avanti con il green deal senza cambiamenti".
In evidenza la presenza al forum di Roma di Re Felipe VI. "Dà il senso di quanto sia importante per gli spagnoli il legame economico con l'Italia ed è una testimonianza del grande valore che assume il dialogo tra istituzioni e imprese - rileva Orsini -". In Italia "è fondamentale implementare iniziative come le 'missioni di sistema' per promuovere il Made in Italy e attrarre investimenti". Sull'industria pesano politiche europee che hanno "dimostrato tutta la loro inadeguatezza", come sul fronte ambientale: oggi "si rischia seriamente la desertificazione industriale".
Per l'automotive è vera emergenza: "Bisogna cancellare subito le sanzioni che rischiano le case automobilistiche in caso di mancato raggiungimento dei target delle emissioni". Con l'economia italiana che rallenta, e l'industria in crisi - come evidenzia con i dati anche il centro studi di via dell'Astronomia - anche "la Bce deve avere più coraggio e tagliare i tassi in modo più deciso. Andare avanti con tagli dello 0,25 non è abbastanza", avverte il presidente di Confindustria che si rivolge anche ai sindacati: "Vorrei averli al mio fianco sulle questioni di politica industriale in Europa. Devono fare squadra con i loro colleghi europei, esattamente come facciamo noi con le altre associazioni industriali. Solo lavorando insieme possiamo affrontare le grandi sfide che ci attendono, per salvaguardare posti di lavoro e interi comparti industriali. I sindacati devono combattere accanto a noi e con un patto solido, fondato sul dialogo e su obiettivi condivisi, possiamo garantire sviluppo e sostenibilità".
C'è poi il confronto con politica e Governo. "Il 2025 sarà un anno cruciale per la nostra economia" avverte ancora il leader degli industriali: serve "un piano chiaro per rilanciare la competitività, che sia fondato su una visione di politica industriale di lungo periodo". "Siamo preoccupati che la produzione sia in calo da 21 mesi ed è il motivo per cui stiamo chiedendo con forza di puntare al rilancio degli investimenti", dice: "La nostra proposta sull'Ires premiale va esattamente in questa direzione. La coperta è corta ed è noto. Si tratta di fare delle scelte e indirizzare le poche risorse disponibili sui capitoli di sviluppo. Da parte del Governo c'è attenzione, ora vedremo come sarà congegnato l'intervento". Mentre "è essenziale allungare la scadenza per il completamento dei lavori finanziati con il Pnrr e continuare ad implementare il programma di riforme previste dal piano. Questo Paese ha bisogno di cose semplici, di un campo di gioco definito: ci auguriamo che con Fitto questo possa accadere.
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