Crescono nel mondo i contenziosi
legati al clima che coinvolgono aziende, governi e banche, una
situazione che rischia di "creare svantaggi per la causa della
difesa dell'ambiente" con la necessità quindi per governi e
parlamenti che legiferano di considerare gli effetti collaterali
delle loro norme. E' quanto afferma il vice dg della Banca
d'Italia Paolo Angelini secondo cui da una dozzina di cause
all'anno del 2004 si è passati a circa 250, la gran parte delle
quali negli Stati Uniti in merito a comportamenti di
greenwashing, finanziamento a settori ad alte emissioni o, nel
caso degli stati, mancato rispetto degli obblighi presi a
livello internazionale e nazionale. Per Angelini anche in
Europa, dove è stata introdotta la nuova direttiva Csdd che
armonizza il regime al riguardo si rischia un'impennata dei
contenziosi", come si è già visto in Francia e Olanda dove la
direttiva è stata già recepita a livello nazionale. Da qui
l'invito a governi e legislatori a tenere in conto degli effetti
visto che "richieste troppo ambiziose" possono scontrarsi non
solo con l'opposizione delle aziende inquinanti ma anche "dei
cittadini che temono per il loro posto di lavoro e stile di
vita"
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