"La rigenerazione urbana è un
processo, virtuoso, che è importante che venga perseguito anche
attraverso una nuova normativa nazionale. Per dare i suoi
frutti, però, deve seguire, in coerenza con la legislazione
regionale di ultima generazione, due linee direttrici: quella
degli incentivi, sia in termini di diritti edificatori che di
misure fiscali, e quella del coinvolgimento dei proprietari
degli immobili". Così Confedilizia in una nota dopo l'audizione
in Commissione Ambiente al Senato sul Ddl che introduce misure
per la rigenerazione urbana.
"Da questo punto di vista, riteniamo - e lo abbiamo detto in
audizione parlamentare - che il testo unificato dei disegni di
legge presentati sulla materia in Senato necessiti di essere
modificato in almeno due punti. Da un lato -prosegue
l'associazione- occorre a nostro avviso rimuovere le norme
(contenute ai commi 1 e 2 dell'articolo 2) che dispongono che
l'approvazione dei piani e dei programmi di rigenerazione urbana
comporti la dichiarazione di pubblica utilità degli interventi
previsti e il conseguente potere di esproprio in capo alla
Pubblica Amministrazione. Si tratta, infatti, di un approccio
che non tiene conto delle esperienze maturate da molti anni a
questa parte, in cui il sistema degli accordi di pianificazione
tra Comune e privati si è dimostrato uno strumento capace di
favorire il necessario coinvolgimento dei proprietari
immobiliari e, così, di facilitare la realizzazione degli
interventi, evitando contenziosi. Lo strumento per la
pianificazione e l'attuazione della rigenerazione urbana deve,
dunque, essere quello della urbanistica per accordi e, a tal
fine, è di fondamentale importanza anche la previsione di una
disciplina, a livello di normativa statale, degli istituti della
perequazione, della compensazione e della premialità edilizia.
Nella stessa ottica - prosegue Confedilizia- consideriamo non
opportuna l'attribuzione ai Comuni della facoltà (contenuta
nell'articolo 11, comma 8) di elevare in modo progressivo le
aliquote dell'Imu previste sulle unità immobiliari o sugli
edifici che risultino inutilizzati o incompiuti da oltre cinque
anni. La leva fiscale, infatti, deve essere impiegata per
incentivare, non per punire.
Siamo fiduciosi che attraverso un dialogo costruttivo sarà
possibile intervenire sul testo all'attenzione della Commissione
Ambiente del Senato affinché sia tale da raggiungere gli
ambiziosi obiettivi che si propone".
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