Uno debito pubblico che, nel caso di
attuazione delle riforme del Pnrr e di quelle necessarie per
estendere a sette anni il periodo di aggiustamento dei conti,
scenderebbe fino a raggiungere il 109,6% del Pil nel 2041. E'
quello che prevede lo 'scenario di maggior crescita del prodotto
potenziale e di aumentata sostenibilità del debito' contenuto in
un Focus del Piano strutturale di bilancio, di cui l'Italia
chiede appunto l'estensione da quattro a sette anni a fronte
dell'impegno a una serie di riforme per la crescita.
Un quadro positivo che si affianca agli scenari avversi: "non
tutti gli scenari di medio periodo devono essere di tipo
avverso", si legge nel documento, anche se la Commissione Ue ha
richiesto esplicitamente di non considerare gli effetti delle
previsioni di crescita programmatiche interne al Piano delle
riforme e degli investimenti non ancora attuati.
Forse per questo proprio non si vede sulle nuove stime di
crescita l'impatto delle innovazioni del Pnrr che dovrebbe
rendere l'Italia più competitiva. Dal 2027 il Pil del Paese
indicato dal Piano torna infatti sotto l'1%: allo 0,8% nel 2027
e 2028 e allo 0,6% nel 2029. Inoltre, anche la crescita
dell'1,1% del 2026 viene considerata dall'Upb, l'authority
italiana dei conti pubblici, superiore di 0,2 alle proprie
stime, che quindi prevedono un pil sotto l'1%.
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