La manovra è ancora una tela vuota. Ma sulle sue trame si innescano già le prime scintille. Il diktat delle poche risorse a disposizione non sembra scoraggiare gli appetiti dei partiti. E le prime simulazioni dei tecnici mandano in fibrillazione le forze di maggioranza. In particolare si preannuncia rovente il tema delle pensioni.
In prima linea c'è la Lega, che non molla su Quota 41 e stoppa le ultime ipotesi di allungare i tempi per il pensionamento anticipato: le finestre - avverte - non si toccano. Mentre le schermaglie politiche alimentano il dibattito, al ministero dell'Economia, dove il ministro Giancarlo Giorgetti è appena rientrato, il lavoro in vista della manovra è ripreso a pieno ritmo.
Il calendario è serrato. Il percorso di avvicinamento verso la legge di bilancio, che venerdì sarà al centro di un vertice di maggioranza, parte dal nuovo Piano strutturale di bilancio, il nuovo documento previsto dalle regole del Patto Ue, che va inviato a Bruxelles entro il 20 settembre.
Per l'arrivo del Piano in cdm alcune fonti indicano la prima settimana di settembre, in modo da dare al Parlamento - come promesso dallo stesso Giorgetti - il giusto tempo per esaminarlo. Ma il Mef in serata precisa: Giorgetti porterà il piano in cdm "entro metà settembre" e sta lavorando per consegnare il documento a Bruxelles e in Parlamento "nel rispetto dei tempi". Il documento conterrà il quadro programmatico (non indicato nel Def di aprile) e sostituirà di fatto la Nadef.
La 'traiettoria tecnica' per l'aggiustamento strutturale che Bruxelles ha indicato a Roma dovrebbe aggirarsi intorno allo 0,5-0,6% annuo, pari a circa 10-12 miliardi, una correzione già considerata nel Def sui saldi 2024-2025. Una volta inviato il Piano a Bruxelles, il governo avrà un mese di tempo (entro il 20 ottobre) per presentare la manovra al Parlamento. L'esecutivo ha già assicurato la conferma del taglio del cuneo e il proseguimento della riforma dell'Irpef. Ma nella lista delle priorità sono inserite anche le agevolazioni per le madri lavoratrici e la maxi-deduzione per chi assume. Mentre spunta da FdI anche la proposta di poter detrarre i consumi culturali, come già avviene per le spese sanitarie.
Resta delicato il fronte pensioni. La linea del ministro Giorgetti è chiara: qualunque intervento andrà definito solo "all'interno e in modo coerente alla sostenibilità complessiva della finanza pubblica". Ma gli alleati sono in pressing. Forza Italia insiste con l'innalzamento delle pensioni minime: l'obiettivo "di legislatura" è arrivare a mille euro e "il prossimo anno - , promette il responsabile dei dipartimenti di FI Alessandro Cattaneo - faremo un altro passo in quella direzione".
La Lega non molla Quota 41: è "plausibile", dice il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, ma se dovesse diventare realtà sarà con il ricalcolo contributivo. Fa intanto discutere l'ipotesi di una nuova stretta sulle pensioni anticipate. L'ipotesi allo studio di estendere da 3 a 6/7 mesi la 'finestra mobile' per chi sceglie di uscire con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 mesi per le donne) viene stoppata dalla Lega. "Io non so se c'è qualcuno nella Ragioneria che cerca sempre di trovare i numeretti e quindi innalzare questa soglia", ma "non è tempo per aumentarla", dice Durigon, che avverte: "Non si toccano le finestre".
La misura agita le opposizioni e preoccupati i sindacati, che tornano a chiedere un confronto con il governo. In questo quadro prosegue intanto la caccia alle risorse per mettere in piedi una manovra da quasi 25 miliardi. Una ricerca a tutto campo, che va dal taglio delle tax expenditures, alle risorse del concordato biennale, fino al potenziale 'tesoretto' che potrebbe arrivare dal buon andamento delle entrate. Altra voce chiave, la spending review, con l'obiettivo di racimolare 2 miliardi per il 2025: il cdm di venerdì, il primo dopo la pausa estiva, potrebbe essere l'occasione per il ministro dell'Economia per chiedere ai colleghi una prima ricognizione sui risparmi di spesa.
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