Rientri più sereni per chi in questi giorni si mette alla guida nel ritorno dalle ferie. Merito del crollo dei prezzi dei carburanti: la benzina non è mai stata così bassa dall'inizio dell'anno, mentre il gasolio ha raggiunto un minimo che non si vedeva da luglio 2023. La verde al self, in particolare, costa 1,811 euro al litro, mentre il gasolio 1,686 euro. La buona notizia è stata segnalata dal sito Quotidiano Energia, sulla base dei dati comunicati dai gestori all'Osservaprezzi del Mimit aggiornati al 25 agosto. Gli automobilisti risparmieranno anche sul servito: il prezzo della benzina è sceso a 1,958 euro al litro, mentre il 9 agosto costava 1,980 euro, oltre 2 centesimi in più. Il diesel invece è calato da 1,860 a 1,833 euro al litro, con un risparmio di quasi 3 centesimi.
Si preannuncia un controesodo molto più conveniente rispetto all'anno scorso. Un pieno da 50 litri di benzina al self oggi costa circa 6,55 euro in meno rispetto a 12 mesi fa, se si prende come riferimento il prezzo medio dei carburanti registrati dal Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica di agosto 2023. E con il diesel il margine rispetto all'anno scorso è anche maggiore: circa 7,35 euro in meno su un pieno.
Ma la convenienza si nota anche solo facendo il confronto con i prezzi di qualche settimana fa, come ha segnalato il presidente dell'Unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona: "Se si confrontano questi i prezzi con quelli rilevati dal Mimit il 2 agosto, oggi la benzina costa 1,90 euro in meno per un pieno di 50 litri, mentre per il gasolio il risparmio è di 2 euro e 15 centesimi a rifornimento".
Meglio approfittarne finché si può, perché l'idillio rischia di sfumare velocemente a causa delle tensioni internazionali. I prezzi bassi alla pompa di benzina sono il risultato del tonfo del petrolio della scorsa settimana, arrivato a costare 71,80 dollari al barile. Ma i costi dell'oro nero hanno ricominciato a salire durante il week end e hanno subito un'impennata, con il Wti che ha chiuso con un balzo a New York, guadagnando il 3,46% a 77,42 dollari al barile. A pesare è la situazione geopolitica internazionale, con le tensioni tra Israele ed Hezbollah e il rischio di escalation. Ma c'è anche la decisione del governo di Khalifa Haftar, che controlla l'est della Libia, di annunciare lo stop alla produzione e all'export di petrolio.
Il motivo è legato alle divisioni interne del Paese, scisso tra il governo di Bengasi, controllato dalla Camera dei rappresentanti ma di fatto in mano al generale Haftar, e il governo di unità nazionale riconosciuto dall'Onu, che controlla il nord ovest e Tripoli. Quest'ultimo ha cercato di sostituire il governatore della Banca Centrale di Libia senza l'approvazione del governo dell'est, che ha risposto bloccando le esportazioni di greggio.
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