Nei cantieri edili c'è un addetto
che perde la vita ogni due giorni e in un caso su tre non lavora
in un'azienda edile, ma in una realtà imprenditoriale
appartenente al settore dell'installazione degli impianti che,
come previsto dagli accordi sindacali tra le parti sociali,
applica ai propri dipendenti il contratto metalmeccanico. Lo
afferma la Cgia del Veneto sulle morti nel lavoro che indica nel
'cantiere' il luogo a maggior rischio.
Le maestranze che esercitano l'attività edile ma non
dispongono del Ccnl corrispondente non sono tenute a frequentare
i corsi di formazione obbligatori previsti per gli edili,
rendendo questi lavoratori meno consapevoli e meno preparati ad
affrontare i rischi e i pericoli che possono incorrere durante
la giornata lavorativa.
Purtroppo, i dati disponibili - per la Cgia - non consentono
di "soppesare" quante imprese dell'edilizia applicano il
contratto metalmeccanico anziché quello edile, tuttavia, è
evidente che nei cantieri accedono comunque troppi addetti che
non hanno ricevuto un'adeguata formazione in materia di
sicurezza. Se tra le principali irregolarità riscontrate
dall'Ispettorato del Lavoro durante l'attività di controllo
emergono, in particolar modo, i ponteggi non ancorati
correttamente, l'assenza di percorsi all'interno del cantiere
dedicati ai mezzi e/o ai pedoni o la mancanza/inadeguatezza di
dispositivi di protezione collettivi (parapetti, armature,
barriere), vuol dire che il lavoro da fare in materia di
prevenzione è ancora tantissimo.
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