Prosegue il forte calo del petrolio
dopo la decisione dell'Arabia Saudita di tagliare il prezzo del
suo greggio sui mercati internazionali ai minimi da novembre
2021. Il produttore statale Saudi Aramco ha infatti abbassato di
due dollari al barile il suo prodotto di punta (Arab Light)
destinato all'Asia, a causa della persistente debolezza dei
mercati globali.
Il Wti arretra del 4,6% a 70,39 dollari al barile mentre il
Brent cede il 3,9% a 75,7 dollari: nonostante le interruzioni
delle forniture dalla Libia e gli attacchi nel Mar Rosso
giochino a favore di un rialzo dei prezzi, tra gli investitori
prevale il pessimismo per la domanda globale, con le banche
d'affari che hanno già tagliato le loro previsioni per il 2024,
mentre le scommesse ribassiste, espresse dalle posizioni corte
su Brent e Wti, hanno registrato la scorsa settimana uno degli
aumenti più consistenti dalla fine del 2017.
"C'è certamente molta offerta. La domanda sta frenando e
abbiamo avuto un aumento molto rapido dei tassi di interesse che
sta rallentando le cose. Questa combinazione, credo, è ciò che
spinge giù i prezzi", ha dichiarato a Bloomberg Tv, Francisco
Blanch, capo delle global commodities e dei derivativi di Bofa.
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