Utili in forte aumento e un calo
degli impieghi "che non trova riscontro in Europa". E' quanto
emerge dall'analisi della Fondazione Fiba del sindacato First
Cisl sui conti dei primi cinque gruppi bancari italiani nel
terzo trimestre dell'anno (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco
Bpm, Mps, Bper).
Per il segretario del sindacato Riccardo Colombani il calo
degli impieghi "è preoccupante. I dati Bce certificano la
flessione delle banche maggiori italiane contro un'aumento del
credito di quelle europee ed in particolar modo di quelle
francesi. L'andamento dell'economia italiana è però simile a
quello delle principali economie europee. Ciò rende ragionevole
ipotizzare che non vi siano grandi differenze nella domanda di
credito di famiglie e imprese. E' quindi necessario - conclude
Colombani - monitorare con attenzione l'evoluzione del credito
per evitare rischi di ulteriore riduzione, più che mai
pericolosi in una fase di rallentamento del ciclo economici".
Le cinque banche italiane, sottolinea l'analisi, registrano
una pesante riduzione degli impieghi (-5,8% rispetto allo stesso
periodo del 2022), in controtendenza con i maggiori paesi
europei. Secondo i dati Bce al 30 giugno, che si riferiscono
alle banche europee significant vigilate direttamente da
Francoforte, il calo degli impieghi in Italia è del 3,7%, mentre
il valore medio Ue è +1,3%, in linea con quello di Spagna e
Germania, mentre la Francia registra un incremento addirittura
del 3,2%.
Per l'analisi "risulta particolarmente significativa, per
oltre 45 miliardi di euro, la parte del patrimonio Cet1
eccedente i requisiti minimi imposti dalla Bce. La decisione da
parte dei cinque gruppi di destinare a riserva non distribuibile
l'importo di 2,5 volte la tassa straordinaria sugli
extraprofitti accrescerà ulteriormente la solidità patrimoniale
degli istituti".
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