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Davos: von der Leyen lancia il Piano industriale green

Poggerà su Net Zero Industry Act e il Fondo sovrano Ue

La Ue deve "realizzare la transizione verso le emissioni zero senza creare nuove dipendenze" e per farlo "abbiamo un piano. Un Piano industriale per il Green Deal".

Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen suo 'special address' al Forum di Davos spiegando che, sul piano finanziario, "gli aiuti di Stato sarebbero una soluzione limitata": per evitare la frammentazione del Mercato unico "dobbiamo aumentare i finanziamenti Ue" e "per il medio termine prepareremo un Fondo sovrano europeo nella revisione di medio-termine del nostro bilancio nel 2023". Sul piano normativo, "proporremo un nuovo 'NetZero Industry Act" sulla falsariga del Chips Act.

La Cina ha "apertamente incoraggiato le aziende energivore europee a delocalizzare nel suo territorio" e "vediamo tentativi aggressivi della Cina di attrarre la nostra capacità industriale": anche se occorrerà continuare a collaborare, nel segno del 'de-risking' piuttosto che di un disaccoppiamento fra Ue e Cina, la Ue "userà tutti gli strumenti per gestire pratiche inique" e "non esiteremo ad aprire inchieste se valutiamo che le nostre forniture o altri mercati sono distorti dai sussidi" cinesi, ha detto von der Leyen.

"Alcuni elementi dell'Inflation Reduction Act sollevano varie preoccupazioni per gli incentivi mirati alle aziende". Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen suo 'special address' al Forum di Davos. "Per questo stiamo lavorando con gli Usa per trovare una soluzione, ad esempio facendo sì che le aziende europee e le auto elettriche europee possano anch'esse beneficiare" del programma di aiuti da 369 miliardi di dollari". Von der Leyen ha spiegato che l'obiettivo è "evitare scossoni nel commercio e negli investimenti transatlantici" e che "dobbiamo far sì che i nostri programmi di incentivi siano giusti e si rinforzino vicendevolmente".

Birol: la svolta sulle rinnovabili serve per la sicurezza
 "Il principale motore a favore di fonti energetiche 'proprie', come l'eolico, il solare, in nucleare, non è più l'ambiente ma la sicurezza energetica". E se oggi il rapporto fra gli investimenti nelle fonti fossili e quelli nelle rinnovabili è 1 contro 1,5, "dovrà salire a 1 contro 9", un dato che richiederà un enorme sforzo di finanziamento da parte dei Paesi avanzati a favore "dei Paesi emergenti, dove il costo del capitale è molto più alto". Lo ha detto Fatih Birol, direttore esecutivo dell'Agenzia internazionale dell'Energia, durante un panel del Forum economico mondiale a Davos. "Nel 2030, vale a dire domani, una vettura su due venduta negli Usa, in Europa e in Cina sarà elettrica".

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