La maniera in cui Fincantieri è
riuscita ad affermarsi nella navalmeccanica è stato "coltivando
la sua distintività". Ne è convinto l'a.d. Pierroberto Folgiero,
oggi intervenuto da remoto alla consegna dei diplomi alla MIB
Trieste Business School.
"Fincantieri è un laboratorio di una serie di macrotrend
industriali e manageriali", ha detto. In controtendenza con il
resto del mondo industriale, Fincantieri è riuscita a mantenere
in Italia l'industria pesante", concentrando "le forze su quel
prodotto dove sopra alla manifattura si potevano integrare altri
layer che danno distintività al prodotto". Per Folgiero"se devi
semplicemente costruire uno scafo, l'Italia di oggi non è il
primo posto dove andresti a costruirlo. Ma se devi fare una nave
gigantesca, farla galleggiare, andando a 22 nodi con 60mila
tonnellate e 18 ponti, allora c'è bisogno dell'ingegneria
italiana". "Si dice sempre che il Made in Italy è la mozzarella
di bufala o il lusso, ma il Made in Italy più bello è l'ingegno:
un ingegno umanista che stimola creatività e problem solving",
ha aggiunto. Le sfide future per mantenere la distintività di
Fincantieri saranno creare navi "digitali e decarbonizzate",
puntando "non sulla competitività in base al costo immediato, ma
su quello nel tempo, con una gestione tecnologica che garantisca
costi più bassi degli altri". In chiusura, il manager ha
indicato sono gli elementi che rendono un leader di un'azienda
una persona realizzata: "Per il 33% è l'ambizione, quella umile,
non l'arroganza ma la voglia di mettersi sempre alla prova. Il
secondo 33% è costituito dal 'balance life style', trovare un
equilibrio tra vita privata e lavoro, avere qualcuno che il
venerdì sera, a conclusione della settimana lavorativa, ti apra.
L'ultimo 33% è l'etica, dirittura morale, fare business in modo
etico, così da dormire sonni tranquilli senza avere la
preoccupazione che qualcuno ti possa citofonare alle 5 del
mattino... Le carriere forti e lunghe sono basate su questi tre
fattori".
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