"Nei prossimi due anni e mezzo-tre,
se tutta la parte di permessi ha una velocità ragionevole,
potremmo raddoppiare il gas che stiamo producendo adesso in
Italia", è la questa stima dell'amministratore delegato
dell'Eni, Claudio Descalzi, del possibile impatto della nuova
legge sulle trivelle, in attesa di conoscerne i dettagli fatta
durante il forum ANSA Incontra.
"Penso che si possa arrivare a 5 o 6 miliardi di metri cubi,
che sono importanti, perché è quello che ci sta dando la Russia
ed è comunque un contributo a un sistema energetico molto povero
adesso", continua l'amministratore delegato. "Il gas si sta
ancora utilizzando, avrà una vita di sei-otto anni - osserva -
però intanto ci porta avanti nel processo di transizione
assicurando l'energia"-
Quanto alla nuova legge, per Descalzi "non è un cambiamento
di rotta ma permettere in un momento di emergenza di usare le
nostre energie. C'è ancora gas in Italia e la Croazia che lo
produce ne è una dimostrazione". "Lo sforzo - dichiara - deve
essere fatto, dobbiamo capire quali sono i permessi che saranno
messi a disposizione, capire come farlo in massima sicurezza con
i progetti sicuri e quasi a impatto zero dal punto di vista
delle emissioni".
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