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Poste sospende l'acquisto dei crediti d'imposta

L'azienda attende chiarimenti normativi. Nella stessa situazione anche Intesa San Paolo

Poste Italiane ha "sospeso per l'apertura di nuove pratiche il servizio di acquisto di crediti d'imposta" per il superbonus e gli altri bonus edilizi.  L'azienda lo ha comunicato agli utenti con una breve nota pubblicata sul suo sito. La decisione arriva dopo la richiesta di chiarimenti sulle normative. Ma le difficoltà sono generali e riguardano tutto il sistema bancario. Intesa Sanpaolo, interpellata, fa sapere di essere concentrata a smaltire le tante richieste pregresse che ammontano a circa 20 miliardi e man mano che saranno evase sarà pronta a prendere a soddisfare nuove richieste.

"La presa di posizione di Poste Italiane dimostra come sia necessario, prima di pensare a modifiche normative sul Superbonus, verificare se siano stati risolti - per tutti gli incentivi riguardanti gli interventi sugli immobili - i molti problemi relativi alla cessione del credito e allo sconto in fattura. - ha commentato la vicenda il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa - Dopodiché, la nostra idea è che si debba dar luogo a un sistema stabile ed equilibrato di sostegno agli interventi finalizzati a riqualificare il nostro patrimonio immobiliare, anche in vista dell'imminente approvazione della nuova direttiva Ue sul rendimento energetico nell'edilizia, che si preannuncia molto gravosa per la proprietà immobiliare diffusa".

"E' in corso una speculazione pazzesca. Stiamo chiedendo da tempo lo sblocco di Cdp e Poste e di tutte le partecipate pubbliche, per dare un segnale di fiducia e per rimettere in moto il mercato", ha affermato presidente dell'Ance, Federica Brancaccio. Brancaccio denuncia come chi ancora acquista lo stia facendo a percentuali bassissime, sfruttando la "disperazione delle imprese": se prima il credito al 110% veniva acquistato in media al 102%, ora si arriva anche all'85%. "Chi compra specula. Serve un segnale, senza si fanno saltare migliaia di imprese".

C'è bisogno di "un nuovo intervento sui crediti, qualcosa per sbloccarli in modo definitivo" e agevolare il ricorso alla misura, ha dichiarato ieri anche Federico Freni, sottosegretario all'Economia, a 24 Mattino su Radio 24. "Se c'è una cosa che non è accettabile è che questa normativa cambi ogni mese e mezzo, questo non ce lo possiamo più permettere. - ha affermato - Troveremo una soluzione per dare respiro alle imprese, ma questo respiro non può essere un bagno di sangue per le casse dello Stato".

 Intanto arrivano nuovi dati sulle richieste e sull'efficacia della misura. Il 110% ha rilanciato alcuni settori produttivi, ma è servito molto poco a ridurre i consumi di energia, rivela il rapporto degli Stati Generali della Green Economy 2022, preparato dal Consiglio nazionale della green economy e presentato stamani alla fiera Ecomondo-Key Energy a Rimini. A fronte di un investimento complessivo di oltre 16 miliardi e quasi 100 mila interventi finanziati, sono stati risparmiati meno di 200 mila tep (Tonnellate Equivalenti Petrolio). 

Nonostante questo però le adesioni non conoscono crisi. Si registra solo un lieve rallentamento rispetto ai mesi precedenti. Secondo gli ultimi dati dell'Enea, aggiornati al 31 ottobre scorso, gli investimenti ammessi all'agevolazione ammontano complessivamente a 55 miliardi di euro (dai 51,2 miliardi di fine settembre), mentre le detrazioni totali a carico dello Stato, previste a fine lavori, superano i 60,5 miliardi di euro (dai 56,3 miliardi di settembre). Il numero totale di asseverazioni per ottenere il Superbonus, sfiora le 327 mila, contro le 307 mila di fine settembre. Il totale degli investimenti per i lavori conclusi, ammessi a detrazione, è pari a 38,3 miliardi, pari a quasi il 70% dei lavori realizzati. Invece le detrazioni maturate per i lavori conclusi a carico dello Stato ammontano a 42,2 miliardi. In particolare, per i condomini, il numero di dichiarazioni è superiore a 40 mila, per investimenti totali a quota 24,1 miliardi e un investimento medio di circa 594.000 euro. Per gli edifici unifamiliari le asseverazioni sono state circa 191 mila, per 21,6 miliardi di euro di investimenti e un investimento medio di 113 mila euro.

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