Per le imprese retail il
caro-affitti è diventato oggi insostenibile. "A causa
dell'inflazione al 12% le nostre aziende non riescono a
sostenere l'aumento Istat sugli affitti previsto dai contratti e
il costo eccessivo viene indicato per il secondo semestre 2022
come motivazione della chiusura di punti vendita nel 53% dei
casi contro il 19% di inizio 2021". A lanciare l'allarme è il
presidente di Confimprese Mario Resca, in occasione del decimo
convegno dedicato a Retail & Real Estate, chiedendo chiede di
"congelare" l'aumento dei canoni di locazione per il 2022-2023.
"Se vogliamo evitare la chiusura di punti vendita e centri
commerciali, con il conseguente ridimensionamento
dell'occupazione, serve un forte sostegno alle imprese da parte
del Governo", sottolinea Resca, aggiungendo che "è necessario
riconoscere il retail come attività energivora così da poter
avere il credito d'imposta fino al 50% e congelare l'aumento
Istat dei canoni di locazione per il 2022-2023". La crescita del
3,9% del Pil nel terzo trimestre "è incoraggiante ma siamo
comunque preoccupati", spiega il presidente di Confimprese. "Il
retail a volumi soffre, la marginalità è drasticamente ridotta,
è in atto una forte selezione degli operatori e le vetrine
chiuse sono sempre più numerose sia nei centri città che nei
centri commerciali".
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