Risalgono dai minimi ma restano
deboli le principali borse europee deboli nel finale in sintonia
con i listini Usa. Pesa il rialzo dello 0,75% dai tassi Fed
annunciato nella vigilia, insieme a ulteriori correzioni nei
prossimi mesi. Madrid (-1,54%) si conferma in coda, preceduta da
Francoforte (-1,08%), Milano e Parigi (-0,65% entrambe), mentre
Londra (+0,34%) gira in positivo. In tensione i titoli di Stato,
con il rendimento dei Btp italiani in rialzo di 10,3 punti al
4,4385% e quello dei Bund tedeschi in crescita di 11,9 punti al
2,249%. In calo a 213,7 punti il differenziale tra i due titoli
decennali. In rialzo il dollaro a 1,024 euro, 148,14 yen e
89,415 penny, mentre tra le materie prime cede il greggio (Wti
-1,46% a 88,72 dollari al barile) e riduce il rialzo il gas
(+0,75% a 126,82 euro al MWh) che in giornata ha superato i 130
euro per le consegne di dicembre.
Le vendite colpiscono i produttori di auto all'indomani delle
immatricolazioni in Italia e in Europa. Pesano Bmw (-4,69%),
Volvo (-4,37%), Renault (-3,84%) e Stellantis (-3,76%), dopo la
trimestrale diffusa nella vigilia da Ferrari (-0,18%). Sotto
pressione i produttori di semiconduttori Asml (-3,82%) ed Stm
(-1,94%). In campo bancario sprint di Ing (+8,19%) dopo la
trimestrale, che diffonderà domani Intesa (+0,73%). Accentua
invece il calo Mps (-7,97%), congelata anche al ribasso, nel
giorno dell'esercizio dei diritti inoptati a seguito dell'asta
che si è chiusa nella vigilia. In campo telefonico Sprint di Tim
(+3,59%) con le ipotesi di una cessione di una quota una quota
della divisione EnterpriseCo o, in alternativa, di un'Opa
'collettiva' di Cdp, Vivendi, Kkr e Macquarie, per separare poi
le attività commerciali dalla rete.
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