Un mondo di oggetti volanti, in
grado di muoversi in modo autonomo senza un sistema di
navigazione, usando l'intelligenza artificiale: è il futuro a
cui guarda Leonardo che ha promosso, nella sede di Torino, il
Drone Contest, la sfida in cui sei università italiane -
Università di Roma Tor Vergata, Politecnico di Torino,
Politecnico di Milano, Università di Bologna, Scuola Superiore
Sant'Anna di Pisa, Università di Napoli Federico II - competono
per progettare prototipi di droni sempre più evoluti. Il team
vincitore sarà premiato a Roma il 20 ottobre. Il percorso chiude
il primo ciclo del progetto, il prossimo coinvolgerà atenei
stranieri.
"Per Leonardo l'innovazione è il dna, abbiamo 50.000
innovatori, ma non ci priviamo delle intelligenze che ci sono
fuori. Cerchiamo di trovare dei meccanismi per stimolare idee
che arrivano dall'esterno e le gare sono un modo per stimolare
il genio degli universitari. Il Politecnico di Torino è ben
piazzato" ha sottolineato Franco Ongaro, chief Technology and
Innovation Officer di Leonardo, gruppo che spende all'anno 1,8
miliardi in ricerca e sviluppo. "Torino è una città molto
importante per Leonardo, anche grazie al progetto Aerospazio. Il
futuro per noi è sostenibile e digitale, l'obiettivo è
incrementare la competitività del Gruppo", ha aggiunto.
"Le applicazioni? Per esempio i taxi volanti senza piloti
nelle città. I ragazzi stanno sviluppando l'embrione della
tecnologia che permetterà ai droni di riuscire in modo autonomo,
grazie agli algoritmi di intelligenza artificiale, ai sensori
che si montano sul drone, all'architettura che dà un
comportamento aerodinamico, a evitare ostacoli, a fare
l'atterraggio. Tutto nel minor tempo possibile. In tre anni
abbiamo coinvolto più di 200 persone tra studenti, dottorandi,
docenti", spiega Laurent Sissmann, Unmanned Systems Manager di
Leonardo.
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