Piazza Affari ha chiuso in calo ma
al di sopra delle altre borse europee, lasciando sul campo
l'1,07% a 21.799 punti all'indomani del rialzo di 75 punti base
dei tassi della Fed. In ripresa gli scambi, per 1,9 miliardi di
euro di controvalore, ma ben sotto ai 3,36 miliardi di venerdì
scorso. Ha chiuso in calo a 219,6 punti - sotto qupota 220 - il
differenziale tra Btp italiani e Bund decennali tedeschi. In
rialzo di 3,9 punti il rendimento annuo italiano, che è salito
al 4,154%.
Il paniere dei grandi titoli ha evitato il peggio grazie allo
sprint di Unicredit (+5,32%), dopo le parole dell'Ad Andrea
Orcel, pronto ad alzare le stime sul 2023. Si sono mosse di
conseguenza Fineco (+4,78%), Bper (+3,34%) e Banco Bpm (+1,99%),
più cauta invece Intesa (+0,84%), mentre anche Mps (+0,84%) è
riuscita a risalire la china dopo una lunga serie di tonfi.
Brillante Saipem (+3,21%) in vista di possibili nuove
commesse sull'eolico galleggiante in Scandinavia, dopo il
protocollo d'intesa siglato recentemente con Siemens per lo
sviluppo di una sottostazione elettrica galleggiante di 500 MW
ad alta tensione.
Decisamente più linga la lista dei segni meno, a partire da
Diasorin (-6,55%) ed Stm (-6%), in linea con i rivali in Europa.
Tracollo anche per Moncler (-5,9%), penalizzata come tutto il
comparto del lusso per le dififcoltà dovute al Covid in Asia,
con Taiwan pronta a togliere la quarantena solo a metà ottobre.
Non è andata meglio a Recordati (-4,75%), Nexi (-3,59%),
Pirelli (-3,57%), Iveco (-3,3%) e Stellantis (-2,42%),
penalizzate insieme al resto del comparto auto del Continente.
Giù anche Campari (-3,25%), in parità invece Eni, con il greggio
piuttosto nervoso sotto gli 84 dollari al barile per il Wti
Americano e lievemente sopra ai 90 per il Brent del Mare del
Nord.
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