Listini pesanti in Europa a metà
seduta nel 6/o giorno di guerra tra Russia e Ucraina, con i
futures Usa in rosso ed il greggio su nuovi massimi dal luglio
del 2014 alla vigilia dell'incontro dell'Opec. Parigi cede il
2,9%, Francoforte il 2,77% e Milano il 2,52%. Più caute Londra
(-1,11%) e Madrid (-1,62%), a seguito della minor esposizione
sul gas russo dei rispettivi Paesi. IN arrivo dagli Usa gli
indici Pmi ed Ism del settore manifatturiero e le scorte
settimanali di greggio secondo l'Api, (American Petroleum
Institute).
In rosso tutti i settori principali nel Vecchio Continente,
con particolare attenzione su quello bancario, da Credit
Agricole (-6,42%), SocGen (-6,26%) e Commerzbank (-5,5%) a
Intesa (-5,34%), Banco Bpm (-3,93%) e Unicredit (-2,72%). In
difficoltà anche i petroliferi Bp (-1,16%) e Shell (-0,74%),
nonostante la corsa del greggio su nuovi massimi dal 2014, in
controtendenza Eni (+1,34%) ed Equinor (+6,25%), il gruppo
norvegese che ha annunciato nella vigilia l'uscita dalla Russia.
Pesanti i produttori di semiconduttori Asm (-4,27%) ed
Ams-Osram (-4,18%) insieme ad Stm (-3,04%), mentre in campo
automobilistico cedono i produttori di pneumatici Nokian
(-10,06%) e Pirelli (-4,41%)), insieme a Continental (-6,5%),
Renault (-6,59%), Volkswagen (-5,43%) e Stellantis (-2,8%), che
presenta oggi il Piano Strategico. In luce Leonardo (+2,48%),
dopo la decisione dell'Ue di inviare armi e finanziarne
l'acquisto in Ucraina.
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